Recensione: Web of Deceit

Di Lorenzo Bacega - 24 Agosto 2009 - 0:00
Web of Deceit
Band: Firestorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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59

Primo full length ufficiale per i Firestorm, quintetto marchigiano (più precisamente proveniente dai dintorni di Ancona) formatosi nel 2000 come tribute band degli Iron Maiden per volontà del chitarrista e principale compositore Manuele Pesaresi. Una volta abbandonate le sonorità heavy metal a beneficio di coordinate stilistiche più orientate verso il progressive/power, il gruppo si dedica alla realizzazione di alcuni demo così da potersi fare un nome all’interno della scena underground locale. Dopo numerosi cambi di line-up che minano in maniera costante la stabilità del combo marchigiano (le fila della band cambiano in continuazione fino al 2008, quando a lasciare, per via di divergenze artistiche, è il bassista Lorenzo Alessandri, sostituito da Simone Monterubbiano), il gruppo riesce finalmente a trovare la serenità ideale per poter dare alle stampe il disco di debutto, intitolato Web of Deceit e pubblicato nel mese di novembre del 2008 dalla britannica Copro Records.

Un po’ Dream Theater, un po’ Vision Divine e un po’ Secret Sphere, eccovi servito questo Web of Deceit: il genere proposto da questi Firestorm rimane infatti ancorato a un progressive/power metal di chiara matrice italiana, fatto di riff serrati (in piena tradizione Olaf Thorsen), ritmiche martellanti e intermezzi melodici. Nulla da dire riguardo alle capacità tecniche ed esecutive del gruppo: ottima la prestazione qui offerta dalla coppia di chitarristi Manuele Pesaresi e Moreno Baldoni, molto buono il lavoro svolto dalla sezione ritmica, composta da Simone Monterubbiano al basso e Simone Polenta alla batteria. La prima nota dolente arriva dalla voce del cantante Riccardo Curzi, lontanamente paragonabile a quella del più blasonato Fabio Lione, che risulta abbastanza incerta e sgraziata soprattutto nelle tonalità più alte e aggressive, e che inevitabilmente finisce per compromettere la resa complessiva dei brani. Dieci sono le canzoni che compongono questo Web of Deceit per una durata complessiva che supera di poco i cinquanta minuti. Pezzi sicuramente ben suonati quelli offerti in questo disco, ma assolutamente poco originali e che denotano davvero poca personalità da parte del gruppo anconetano. Sono numerosi infatti i richiami a band del calibro di Vision Divine o Labyrinth che si susseguono per tutto il tragitto della tracklist: brani come l’opener Angeldevil, la melodica Falling into Alienation oppure Shadows in my Mind pur risultando nel complesso abbastanza gradevoli e discretamente riusciti non mostrano davvero alcuno spunto personale, limitandosi a riprendere quanto già fatto dai gruppi sopra citati con continui cliché e citazioni. La situazione va decisamente migliorando invece prendendo in considerazione i pezzi più ragionati e più marcatamente progressive come ad esempio la sognante strumentale The Neverending Course of Time Pt. 1 (Impulses of the Heart), che nei suoi tre minuti scarsi di durata riesce a raggiungere vette d’intensità davvero eccelse. Interessante anche la lunga Tempus Fugit, malgrado alcune linee vocali assolutamente orribili, oppure la più tirata Pictured by the Moon, brano giocato sull’alternanza tra parti più serrate e martellanti e improvvisi break di tastiera, mentre la conclusiva The Neverending Course of Time Pt. 2 (Walls of the Past), ballad piuttosto riuscita, si segnala per delle atmosfere assolutamente interessanti e avvincenti. Discreti nel complesso la produzione e il missaggio, curati direttamente da Manuele Pesaresi presso i Dyne Engine Studios, malgrado in alcuni tratti il suono della chitarra sembri davvero troppo ovattato e poco incisivo.

In definitiva ci troviamo davanti a un album sicuramente ben suonato (il bagaglio tecnico del gruppo è davvero buono, anche se il cantato non è per nulla all’altezza) però con idee davvero poco concrete: pochi gli spunti personali, molti i passaggi a vuoto e ancora troppi cliché che sanno di già sentito all’interno di questa release. Il fatto di trovarci davanti a un disco d’esordio è sicuramente un’attenuante: considerata la giovane età dei musicisti ci sarà ancora tutto il tempo per potersi rifare con un prodotto migliore (e a questo riguardo, il secondo full length ufficiale della band è in programma per la fine del 2009) negli anni a seguire.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. A Cold Hand in a Warm Heart
02. Angeldevil
03. Falling into Alienation
04. Tempus Fugit
05. The Neverending Course of Time Pt. 1 (Impulses of the Heart)
06. Pictured by the Moon
07. Salomè
08. Beyond Every Rational Thought
09. Shadows in my Mind
10. The Neverending Course of Time Pt. 2 (Walls of the Past)

Lineup:
Riccardo Curzi – Vocals
Manuele Pesaresi – Guitars
Simone Monterubbiano – Bass
Simone Polenta – Drums
Moreno Baldoni – Guitars

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