Recensione: Welcome

Di Alessandro Cardinale - 8 Marzo 2012 - 0:00
Welcome
Band: Nadaij
Etichetta:
Genere:
Anno: 1989
Nazione:
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70

Nati dalla passione comune per l’Hard Rock melodico, o forse a tavolino, come sussurravano le malelingue all’epoca, i Nadaij mossero i loro primi passi nella scena milanese di fine anni Ottanta. Nel quartetto militavano, sotto pseudonimi, alcuni nomi meno noti della scena Heavy Metal lombarda attivi precedentemente con Bloody Skizz e New Age. Bisogna puntualizzare quanto il clima musicale fosse cambiato intorno alla scena metallica nazionale verso la fine di quel decennio. Come tanti altri gruppi italiani, che tentarono di fare breccia sul grande pubblico svestendo il chiodo e le borchie in favore di un look più pulito e un sound maggiormente radiofonico e accessibile, anche i Nadaij puntarono dritti in questa direzione speranzosi di ricevere i consensi fin lì mancati.

Altro caso unico, almeno che io sappia, nella scena italiana i Nadaij non registrarono nemmeno una demo ma grazie alle loro conoscenze e alla loro esperienza giunsero rapidamente nel 1989 alla pubblicazione per la blasonata Metalmaster Records di questo Ep d’esordio intitolato “Welcome”. Già dall’immagine in copertina si comprendeva quanto il quartetto volesse prendere le distanze dalle precedenti esperienze musicali intraprese con le band di provenienza.

Stupisce anche trovare nelle note del vinile il nome dell’inossidabile AC Wild dei thrasher Bulldozer in veste di produttore. Appena il platter incominciò a girare nel mio stereo rimasi veramente colpito dal sound efficace e coinvolgente dei Nadaij. Un Hard Rock molto melodico e potenzialmente commerciale si sprigionava dai solchi di tracce come “She’s Easy (She’s Got Aids)” o “Hey Jo” che rimandavano al sole della California e alla nuova ondata di gruppi americani che stavano sbancando nei negozi di dischi specializzati di quegli anni.

Se da una parte erano i Van Halen a guidare la rotta artistica dei nostri quattro, dall’altra si potevano riscontrare piacevoli contaminazioni europee tra cui Glory e Scorpions.  Il gruppo era determinato a piazzare nel suo primo Ep cinque hit d’antologia per raggiungere un pubblico vasto e magari sperare in positivi riscontri dal vivo. Così le travolgenti “Dance Fly Away” e “I Will Show You My Love Tonight” mi rimandano ancora oggi ai migliori Warrant con le loro parti vocali crescenti e melodiche e una forte componente elettrica da non sottovalutare. La conclusiva “Next Stop Tokyo” era un’altra canzone che si stampava subito in testa senza lasciarti più, forse un poco banale ma tremendamente efficace.

La formula sonora del gruppo era incentrata su soluzioni accessibili e non particolarmente aggressive, le chitarre non erano mai troppo presenti e la sezione ritmica veniva largamente moderata a favore di strutture fruibili anche dai meno avvezzi all’Heavy Metal. Con queste credenziali i Nadaij potevano veramente farcela a superare i confini dell’underground nostrano e spiccare il volo. Invece questi ragazzi riuscirono solo a far storcere il naso ai metallari più integralisti e scandalizzati dal percorso intrapreso da ex membri di band blasonate dell‘area lombarda.

Lo stesso destino colpì inesorabilmente anche molte altre formazioni tricolori che a cavallo del cambio di decennio 80s/90s si reinventarono scoprendosi improvvisamente figlie dei trend provenienti dalla sponda pacifica degli States. Dei Nadaij  si persero le tracce subito dopo la pubblicazione della compilation celebrativa della Metalmaster Records del 1990 in cui compare il loro brano “Hey Jo”.

Sperando in una prossima ristampa su cd come accaduto per altri loro compagni di etichetta, posso dire che questo vinile non merita di essere pagato più di un paio di decine di euro. A chi possedeva il debutto dei Nadaij sarà venuto un sorrisino ironico sulla faccia quando nel 1995 gli scaffali dei music stores si riempirono con il cd di debutto dei famosissimi Dhamm che aveva quasi la stessa copertina di “Welcome”. I Dhamm, immediatamente odiati da tutta la comunità metallica, riuscirono a fare ciò che tanti gruppi del decennio precedente sognarono di fare, forse anche i Nadaij.

Oggi finalmente si può dire?

Alessandro Cardinale

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Tracklist:
1 – She’s Easy (She’s Got Aids)
2 – Dance Fly Away
3 – Hey Jo
4 – I Will Show You My Love Tonight
5 – Next Stop Tokyo

Line-up:     
Mauro “Johnston” Nadaij – voce
Tom Porta – chitarra
Luca De Giudici – basso
Jejo – batteria

 

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