Recensione: Welcome Home
Megafauna è un progetto musicale che ci risulta essere attivo dal 2009. Purtroppo non abbiamo molte info sulla band e sul suo passato discografico. Ciò che però è chiara è certamente la loro proposta musicale. Classe allo stato puro, per quello che potremmo definire psych rock, con molteplici citazioni ad altri filoni, quali il progressive e il più disadorno punk/garage.
Psichedelia che trasuda tra le note di pezzi dall’andamento sbilenco, scanzonato e dalle armonie trasognate. La voce femminile dona un fascino particolare al full-length, cantrice di una tradizione che parte dal passato e che si affaccia anche ad approcci più attuali.
Disco affascinante, che può essere ascoltato da chi va alla ricerca di suoni miti ed accoglienti, ma con una connotazione comunque ricercata. Questo saper esser melodici, senza però scadere nella banalità, è uno dei meriti che riconosciamo ad una realtà elegante, sorniona e dalla delicatezza incontestabile.
I riflessi prog degli artisti si intravedono in determinati suoni delle chitarre, un lato più sofisticato che poi si lascia andare a caleidoscopiche pennellate psichedeliche. Un’aura di giovialità avvolge il full-length, voglia di non prendersi sul serio e di regalare un momento di serenità. Ciò che più di tutto risalta è certamente la capacità di dipingere di melodia anche ciò che di più spigoloso e metallico soggiace negli sguardi del progetto. Il titolo dell’album, “Welcome Home”, è la sensazione di pace che si impossessa di noi nel momento in cui torniamo a casa. Lungo viaggio, peripezie che ora ci lasciamo alle spalle di quella porta che chiudiamo, piano. Lentezza di un istante in cui la forza di inerzia risuona in quel suono di maniglia che spegne per un istante l’incantesimo di trovarci in un luogo amico. Complimenti allora ad una band raffinata, la cui mano teneramente ci accarezza. Beatamente incliniamo il capo, sorridenti, addormentandoci appagati.
Stefano “Thiess” Santamaria