Recensione: Welcome To The Show
La rivisitazione della wagneriana cavalcata delle Valkirie apre i battenti al power metal della titletrack, dirompente come al genere si conviene, nei suoi arresti e ripartenze, assoli di helloweeniana memoria, rilassamenti ritmici e brucianti accelerazioni. E’ questa la summa di ciò che incontretete se vi avventurerete nell’ascolto del debut degli Evil Masquerade, inizialmente pensato come un progetto parallelo dell’ex chitarrista di Moahni Moahna e Zool, attuale dei Wuthering Heights, Henrik Flyman, e divenuta una vera e propria band con l’innesto del primo vocalist dei Royal Hunt Henrik Brockmann, del batterista Dennis Buhl (già con i Sinphonia) e del bassista Kasper Gram. Donano qualità (o fama?) al disco tre ospiti d’eccezione, alle tastiere: Mats Olausson (Yngwie Malmsteen), André Andersen (Royal Hunt) e Richard Andersson (Majestic, Time Requiem, Space Odyssey).
Il power metal sinfonico degli Evil Masquerade si va a posizionare in quell’ “Hollywood Metal” che spesso contraddistingue composizioni dalla spiccata attitudine teatrale; e la magniloquenza di brani come “Oh Harlequin” o “Surprises In The Dark” non lascia adito a dubbi, con le loro cavalcate, le fughe chitarra/tastiera à la Malmsteen, i cori pomposi, le atmosfere orientaleggianti e gli omaggi a composizioni classiche come la ipersfruttata Danza delle spade di Kachaturian, ben arrangiata e mixata con mini-estratti dalle varie Fur Elise o il quarto movimento della nona sinfonia di Beethoven o ancora dalla mozartiana sinfonia N. 40, riletture in chiave metal già apprezzate nei lavori della Trans-Siberian Orchestra del Savatage mastermind Jon Oliva, e portate all’apice dalla bonus track, la “Badinerie” di Bach, già portata al successo dallo stesso Malmsteen nel solo di “No Mercy”, e qui impreziosita da un esaltante contrappunto iniziale.
Trovano posto in questo platter anche episodi più ruvidi e oscuri, come “Deliver Us” o “But You were Smiling…”, dove Brockmann può dar sfogo all’energia altrove sopita del suo timbro roco e malvagio.
Tutto ciò che è stato descritto fin’ora viene riassunto nella conclusiva “Evil Masquerade”, che per la felicità di chi non è mai stanco di boombastic metal, riesce addirittura a trovare spazio per un riff – di gran gusto peraltro – boogie anni ’50 che calza a pennello sul carnevalesco monicker.
Di indubbio valore esecutivo e compositivamente sopra la media, il disco si immette in un mercato sazio e nauseato, ed anche se non è mio il compito di stimare quanto potrà incidere sulle vendite del genere, mi permetto di calcare maliziosamente la mano sul fatto che l’accostamento tra metal e musica classica ha spesso portato ad accuse di faciloneria da parte dei rockster più sofisticati, e di risibili ri-etichettamenti (parlo del trallalà metal) da parte dei metallari oltranzisti, ma che per le case discografiche che riescono a mettere insieme personaggi di spicco in grado di autoprodurre un album del genere, è una vera e propria manna dal cielo.
Track list:
- Intro
- Welcome To The Show
- The Wind Will Rise
- Oh Harlequin
- Surprises In The Dark
- But You Were Smiling…
- Children Of The Light
- Lucy The Evil
- Badinerie (Bonus Track)
- Deliver Us
- Evil Masquerade