Recensione: What Doesn’t Kill Me
Arrivano a quota cinque full-length ufficiali pubblicati (senza contare gli
autoprodotti) gli Ektomorf, band ungherese che, nel bene o nel male, conoscono
più o meno tutti e che in circa quindici anni di carriera ha sempre portato
avanti una proposta musicale non del tutto originale, senza riuscire mai a
scrollarsi di dosso una serie infinita di scomodi paragoni con l’ex band dei
fratelli Cavalera.
Ed ecco quindi che il combo ungherese si ritrova con l’ennesima occasione da
sfruttare per riprovarci ancora, questa volta con What Doesn’t Kill Me, nuovo
studio album che segna il passaggio dalla Nuclear Blast alla AFM Records. Cambio
di etichetta a parte, cosa bisogna aspettarsi da questa nuova fatica del gruppo
e, sopratutto, ci sarà finalmente qualche cambio di rotta rilevante all’interno
del sound? La risposta arriva subito non appena si inserisce il disco
nell’apposito lettore e si preme il tasto play: per niente, nulla è cambiato
dagli esordi e, diciamocela tutta, dopo quindici anni di carriera, è quasi
impossibile aspettarsi il tanto sperato passo in avanti anche per il futuro.
Insomma, gli Ektomorf non fanno altro che rimanere fermi su una proposta
musicale che già non faceva gridare al miracolo negli anni passati e che,
quindi, figuriamoci se possa stupire anche al giorno d’oggi. Poche idee a
disposizione e sfruttate piuttosto malamente in una tracklist anche fin troppo
omogenea, dove a salvarsi ci sono sicuramente una produzione come sempre ben
curata e un’esecuzione che, c’è da ammetterlo, alla fine dei conti risulta
essere piuttosto buona. In pratica, quella che ci troviamo di fronte durante lo
scorrere delle tredici tracce a disposizione è il solito sound sempre a cavallo
fra Sepultura e Soulfly (principali muse ispiratrici del gruppo, ma non è di
certo una novità) fatto di strutture ritmiche simili l’una all’altra, con le
immancabili sensazioni di deja-vù sparse per tutta la durata del disco e
che, sopratutto, non aggiunge nulla di nuovo quel che è già stato detto da tantissime altre band in passato.
Nessuna novità in vista anche a questo giro. Inutile girarci troppo intorno,
gli Ektomorf continuano testardamente a mandare avanti una proposta musicale che
da anni a questa parte appare come scontata, noiosa e priva di un qualsivoglia
spunto personale. Ennesimo disco fotocopia questo What Doesn’t Kill Me dunque,
che non aggiunge assolutamente niente alla discografia della band e che,
sopratutto, è destinato a perdersi in mezzo ad una marea di uscite decisamente
più originali e interessanti.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 Rat War
02 Nothing Left
03 What Doesn’t Kill Me…
04 Revenge To All
05 Love And Live
06 I Can See You
07 I Got It All
08 New Life
09 Sick Of It All
10 It´s Up To You
11 Envy
12 Scream
13 Breed The Fire