Recensione: What Silence Hides

Di Daniele D'Adamo - 13 Luglio 2011 - 0:00
What Silence Hides
Band: Dreamshade
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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75

Partendo da gente come i Children Of Bodom, gli In Flames e i Darkest Hour, gli svizzeri Dreamshade giungono al primo CD della loro carriera, intitolato “What Silence Hides”. Scritto così, si potrebbe pensare all’ennesima band-clone di Alexi Laiho. Fatto in parte vero e in parte falso.

Il melodic death metal, infatti, è un genere che i più considerano ormai alla frutta. Le sue coordinate stilistiche, in effetti, non hanno molti margini né di ampliamento né di evoluzione, poiché tutto quello che si poteva inventare in materia di brutalità/melodia è già stato ideato e materializzato. I Dreamshade non paiono invero sforzarsi troppo, per sfatare questa comune convinzione: suono cristallino e potente (frutto di un sinergico lavoro svolto fra gli ingegneri degli svedesi Studio Fredman’s e quelli degli Sterling Sound di New York), voce rabbiosamente scream e profondamente growl, guitarwork merlettato, sezione ritmica senza né macchia né paura. Unica caratteristica forse meglio interpretata dai Nostri, le partiture di tastiera. Il buon Rawi, difatti, non si limita a risolvere il suo compitino, svolgendo al contrario un ruolo pesante, attivo e personale all’interno del Dreamshade-sound. E la decisione di porre l’accento sulle keyboards non è per nulla sbagliato. Anzi, regala ai ticinesi un sound pieno, corposo e possente. Un sound caldo e intenso, dall’umore gustosamente melanconico. Sicuramente appagante, anche se da non prendere come esempio di originalità, dimostrativo che, comunque, se si vuole e se si può, qualcosa di diverso si riesce a trovare.

I sei di Lugano, pur essendo giovani, mostrano una maturità tecnico/artistica più che sufficiente per dar sfogo a un songwriting non troppo complesso, tuttavia efficace e consistente. Nonostante una certa pomposità di fondo, lo stile compositivo del combo elvetico è piuttosto lineare e non sovrabbonda nelle ricamature melodiche, risultando accattivante senza essere caramelloso. Iko e compagni, pur suonando assieme da un lustro soltanto, pare abbiano trovato il giusto equilibrio fra potenza e melodiosità, miscelando fattivamente e con regolarità le accelerazioni tipiche del death metal più rabbioso alle infinite possibilità armoniche delle melodie tipiche della scuola scandinava.
     
Già con l’opener “What Silence Hides” i Dreamshade fanno vedere, anzi… sentire, che la capacità di costruire song accattivanti è ben presente nel DNA dei propri membri. Sentore dell’esplosione, con “As Serenity Falls”, di un riff portante che sarà ben difficile schiodarsi dalla scatola cranica, anche solo dopo pochi ascolti. Buona la schiacciante accelerazione dei blast-beats, che fanno da contrappunto a un approccio quasi più power metal che death. Ottima canzone! E il mood cala: proseguendo con i passaggi, aumenta l’intensità emotiva del sound del gruppo. Una gradita sorpresa che occorre scoprire poco a poco, passaggio dopo passaggio. Un sentimento di sottile ma percepibile che, a parere di chi vi scrive, è il vero punto di forza del disco. Addirittura odore di new age, nell’incipit di “Revive In Me”, canzone rapida ma più ariosa rispetto al binomio di partenza; davvero coinvolgente con i suoi intrecci chitarristici assai fini e dal gusto classico. Proseguendo con la scaletta dei brani non cala l’ardore dei sentimenti e il perché è presto detto: le tastiere (“Eternal”, “Only Memories Remain”), abili a pennellere forme multicolori,  e il ritmo, sempre scoppiettante (“Wide Awake”, “Miles Away”). Più che onorevole la chiusura dell’album: “DeGeneration”, “Erased By Time” e, soprattutto, “Open Wounds” formano un trio d’alta qualità in ogni senso. L’ultimo episodio, in particolare, è contraddistinto da una forte aurea di malinconia, grazie ancora alla notevole prova di Rawi. Perfetto l’innesto del growl su di un ritmo languido ma gagliardo.

Il death metal melodico, come molti anzi tanti generi musicali, dipende fortemente dalla qualità artistica di chi ne interpreta le forme, facendole sue. I Dreamshade, pur rimanendo nei ranghi di un’ordinaria amministrazione e poco più, mostrano, con il loro “What Silence Hides”, che nulla muore se, alla base, c’è la voglia di emergere e il talento per farlo.
Bravi!       

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. What Silence Hides 4:45       
2. As Serenity Falls 4:10       
3. Revive In Me 3:34       
4. Wide Awake 3:36       
5. Eternal 4:53       
6. Miles Away 5:39       
7. Only Memories Remain 5:09       
8. DeGeneration 4:12       
9. Erased By Time 4:26       
10. Open Wounds 4:26                  

All tracks 45 min. ca.

Line-up:
Iko – Vocals
Rocco – Guitars
Fella – Guitars
Ivan – Bass
Sera – Drums
Rawi – Keyboards
 

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