Recensione: What The Mind Perceives

Di Stefano Risso - 6 Novembre 2005 - 0:00
What The Mind Perceives
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Genere:
Anno: 2005
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62

Di fronte a dischi come What The Mind Perceives ci si trova
dinnanzi ad un bivio: giudicare il lavoro in questione unicamente come si
presenta alle nostre orecchie oppure contestualizzare questi tre quarti d’ora di
musica rispetto alla scena metal odierna e bollarlo subito come ennesimo disco
“fotocopia” senza una particolare identità.

Il debutto discografico degli americani Beyond The Flesh gioca sulla
fusione di thrash svedese e death melodico riproponendo essenzialmente i cliché
di un genere ormai inflazionato. Senza fare paragoni inutili con altri gruppi
più famosi, posso dirvi che la stragrande maggioranza dei brani presenti si
susseguono senza lasciare traccia del proprio passaggio. Una continua sensazione
di dejà-vu accompagna l’ascoltatore lungo tutta la tracklist del cd, tanto da
riuscirne a cogliere gli sviluppi in anticipo. Volendo però analizzare il lavoro
con un occhio più distaccato non si può non sottolineare che comunque questi
ragazzi svolgono bene il proprio lavoro. Ormai la padronanza tecnica, nel metal
moderno, è quasi sempre doverosa e su questo piano i nostri non sono da meno,
riuscendo a regalare minuti di buona musica che hanno almeno il pregio di non
annoiare. Non mancano alcuni spunti interessanti come l’uso (parsimonioso) di
chitarre acustiche e strutture maggiormente elaborate, a dimostrazione che, con
qualche piccolo accorgimento in più, questi ragazzi potrebbero raccogliere
maggiori consensi. Ne è un esempio la sesta Wasteland, in cui un’intro
acustica dal richiamo orientaleggiante si sviluppa in una composizione assai
dinamica con un finale a sorpresa, che non stonerebbe di certo all’interno di
recenti lavori osannati da pubblico e critica.

I Beyond The Flesh rientrano dunque in quella schiera di giovani
formazioni che potrebbero fare sicuramente meglio; è ovvio che non si richieda
ad una band al debutto di sfornare un capolavoro, ma almeno di suonare con
passione e un pizzico di coraggio in più. Questo disco, a mio parere, suona
troppo freddo, asettico e non di certo per colpa della produzione (buona).
L’equivalente di un compito a casa eseguito solamente per puntare alla
sufficienza. Rimandati a settembre.

Tracklist:

  1. Rise Above The Weak
  2. Fleshwound
  3. The Scars That Remain
  4. Is This Life?
  5. The Sick
  6. Wasteland
  7. Darkest Days
  8. Scattered Thoughts
  9. Prophecies Of The Dead
  10. What The Mind Perceives

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