Recensione: Wheel Of Time

Di Enzo - 15 Maggio 2004 - 0:00
Wheel Of Time
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Anno: 2003
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65

In questo demo viene proposto un classico har’n heavy melodico ed “easy listening” composto da costruzioni stumentali coinvolgenti e trascinanti, sicuramente proiettate a conquistare ai primi ascolti del disco. Il lavoro si apre con Fight una bella cavalcata metallica desicamenti “catchy”, composta da un ottimo refrain e da convincentissime linee melodiche. Sia ben chiaro, la produzione non è considerabile perchè è effettivamente di qualità molto bassa, ma più e più volte in un demo abbiamo detto che questo è un fattore decisamente irrilevante. La tecnica dei musicisti impegnati nel lavoro è medio alta, i riff sono ben eseguiti e gli assoli belli e coinvolgenti, non certo come la voce del singer, che, penalizzazione di produzione a parte, risulta essere desicamente sotto tono e davvero lontana da accettabili livelli di sufficienza, seppur in alcuni passaggi abbastanza carica ed evocativa.
La seconda traccia prende il nome di Lost In The Sky, più lenta e sontuosa della precedente opener, si evolve attraverso una melodia carica di pathos dove il commovente assolo dona un notevole tocco di classe al componimento per altro ben interpretato dalla voce del singer che si destreggia assai meglio su territori più lenti e pacati, e quindi più consoni alla sua timbrica vocale.
La terza canzone è una strumentale, parliamo di J t’aime, dai ricordi quasi di memorie targate Y&T. Sia ben chiaro, questa strumentale, oltre che bella, promuove a pieni voti le individualità dei vari strumentisti che vanno a comporre gli Eternal Force, diciamoci la verità, sono rimasto davvero piacevolmente impressionato da questa melodiosa e pomposa traccia dai sapori commovemnti e dal flavour sontuoso e trascinante. Con la title track Wheel Of Time il disco si veste di una nuova ondata di potenza grazie ai ritmi veloci ed al muro sonoro corposo che permea dalla costruzione strumentale. Purtroppo ancora non ci siamo per quanto riguarda le linee vocali, tuttavia la canzone riesce ad ergersi a livelli di piena sufficienza grazie ad un convincente songwriting. Chiude il disco un’altra strumentale, Song for Elena, di livello nettamente inferiore alla precende strumentale ma che comunque riesce ad essere un pezzo gradevole, intenso e ben eseguito.
In devinitiva gli Eternal Force hanno tutte le carte per far bene, ma davvero tutte, ma devono assolutamente munirsi di un heavy metal singer di ruolo, di puntare un pò più su brani come “Fight”, e di non infilare 2 strumentali ogni 5 canzoni. La produzione deve necessariamente migliorare, perchè l’Heavy Metal melodico di cui sono buoni adepti necessita di produzioni più raffinate e cristalline, non siamo di fronte un disco di cult epic metal, le cose devo necessariamente essere fatte in maniera, almeno minimamente, diversa. Altro consiglio spassionato che do al gruppo è di assoldare nei loro ranghi un buon grafico che possa loro curare le copertine dei prossimi lavori, perchè siamo su livelli davvero molto, molto sotto la mediocrità, ma come sapete, il mio giudizio finale non tiene certo conto di una copertina, il mio è solo un consiglio.
Gli Eternal Force si sono dimostrati ragazzi in gamba, il bassista Spadolini fa egregiamente il suo lavoro insiema al drummer Tusa, e l’apporto del tastierista Fontanini è sempre ottimo e di pregevole fattura. Il chitarrista, Cristiano Bandini, è certo la mente nonchè l’elemento tecnicamente più preparato del gruppo, ma meglio che abbandoni, almeno per ora, l’uso del microfono per dedicarsi unicamenteal suo strumento, la chitarra, del quale è vero maestro.
Vincenzo Ferrara.

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