Recensione: When Reality Wakes Up
Spesso e volentieri i cambi di line up non sempre risultano azzeccati o fortunati, specialmente se parliamo dei 3/5 dei musicisti di un gruppo.
Nel caso degli Adimiron questo stravolgimento sembra essere stato addirittura rigenerante, sia per le idee che per la maturità raggiunta con l’ultima fatica in studio, dal titolo “Wheel Reality Wakes Up”: particolarmente azzeccato risulta l’innesto del nuovo vocalist Andrea Spinelli (autore anche della gran parte delle liriche), che ha conferito personalità espressiva e colore alle varie canzoni con il suo timbo caldo e coinvolgente.
Il disco ha tutte le carte in regola per poter puntare in alto in termini di gradimento, considerando la sua poliedricità stilistica e la presenza di alcune tracce veramente vincenti, che si ricordano abbastanza facilmente anche dopo un solo ascolto. Personalmente non sono mai stato un vero amante della musica più estrema, ma ho sempre apprezzato chi in questo genere mette passione e voglia di stupire, cercando di non proporre sempre le stesse cose, e piuttosto prova ad arricchire un panorama musicale vastissimo con qualcosa di nuovo. Gli Adimiron riescono in parte in questo intento, perché se da un lato il disco si presenta in modo estremamente eterogeneo ben suonato e con ottime idee, dall’altro manca ancora, forse, lo sviluppo completo di un vero e proprio stile personale, anche se siamo senza dubbio sulla buona strada per arrivare presto ad un traguardo tanto ambizioso.
Le prime due tracce dell’opera in questione si presentano subito come due autentiche mazzate. In particolar modo la prima “Desperates” nella sua “semplicità – non semplicità”, che verrà utilizzata anche come opening song per i concerti dal vivo, è diretta potente e altrettanto orecchiabile.
La tracklist si fonda però su due autentici gioielli, quali “Forgiveness” e “Choice For A Mask”, dotati di quell’appeal catchy di cui si parlava, e risultando memorabili anche per la cantabilità, per il pathos che il bravo Andrea Spinelli riesce ad infondervi, nonché per la fusione dei vari generi che a tratti possono ricordare i Nevermore più melodici, spaziando per il prog-metal e il thrash.
“Mindoll” e “Das Experiment” riprendono in parte uno stile estremo più marcato, ma non tralasciano certi spunti decisamente originali fin qui apprezzati, dovuti alle sapienti aperture chitarristiche di Alessandro Castelli e di Danilo Valentini. Buona la cover dei Prodigy, “Spitfire”, mentre più elaborate e sofferte sono la titletrack “When Reality Wakes Up” e la superba “Still Winter Within”, con il suo tiratissimo e maestoso finale; non posso quindi non citare l’ottima prova del giovane batterista Federico Maragoni, che sembra possedere già una tecnica e una disinvoltura invidiabili.
Altro centro è “Endevouring”, che con le sue melodie e i suoi suoni claustrofobici, trasmette delle sensazioni profonde e di malessere allo stesso momento, mentre la conclusiva “Flag of sinners”, anche se non brilla per originalità, è forse uno dei pezzi più potenti ed elaborati dell’intero disco.
E’ sicuramente motivo di orgoglio sapere che un lavoro di questa caratura provenga da un gruppo 100% italiano, che ha ben poco da invidiare ad altri più blasonati nomi del genere. La band sta emergendo dalla massa con sicurezza e determinazione, dopo aver già raggiunto un elevato livello qualitativo di songwriting e di personalità. Non mi resta che dire “continuate così, ragazzi!”.
Discutine sul forum Thrash Metal.
Line up:
Andrea Spinelli – voce
Alessanndro Castelli – chitarre
Danilo Valentini – chitarre
Federico Maragoni – batteria
Maurizio Villeato – basso
Tracklist:
01.Desperates
02.Wrong side of the town
03.Forgiveness
04.Choice for a mask
05.Mindoll
06.Das experiment
07.Spitfire (Prodigy cover)
08.When reality wakes up
09.Still winter within
10.Endevouring
11.Flag of sinners
