Recensione: When The Aliens Come

Di Fabio Vellata - 3 Marzo 2007 - 0:00
When The Aliens Come
Band: Dave Martone
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Che sorpresa!
In un settore così difficilmente fruibile come quello dei guitar heroes, solitamente riservato agli addetti ai lavori ed ai fanatici del genere, è sempre una rarità alquanto rimarchevole il poter ascoltare un disco interessante ed originale anche alle orecchie dei profani incapaci di valutare tecnicismi e bravura esecutiva.

Dave Martone, oscuro chitarrista canadese già attivo da diversi anni (giunto con questo al quarto album in carriera), ha probabilmente trovato la soluzione all’annoso problema che si concretizza costantemente in presenza di un album strumentale basato sulla chitarra elettrica, disintegrando letteralmente l’equazione “tecnica 1000 = emozioni 0” e dando luogo, con il suo nuovo ‘When The Aliens Come’, ad una esibizione in perfetto equilibrio tra abilità strumentale e feeling, con risultati, talora entusiasmanti, degni dei migliori Satriani, Vai, Kotzen e Gilbert.

Il lungo percorso descritto dal platter (ben 75 minuti di durata), è infatti un costante susseguirsi di melodie ricercate e di grande gusto, con una gamma di influenze che si estende dalla fusion all’hard rock, passando per jazz, country ed accenni space-industrialodi, senza mai, nonostante la notevole complessità di brani divisi in varie situazioni di movimento, smarrire il filo della narrazione ed apparire confusionario o senza una logica ben definita ed intelligibile.
Più convincente in ogni caso, la prima parte del cd, composta da tracce di grande eleganza ed efficacia: l’iniziale ‘Starz Scarz’ ad esempio, è un sorpendente miscuglio di richiami heavy, partiture flamencate e stacchi new age che vagamente ricorda il Satriani di ‘Engines Of Creation’ (riferimento ripreso più volte nel corso del disco), mentre la successiva ‘Flatulation Farm’ ha ancora il potere di chiamare in causa il grande Satriani, con riferimenti tuttavia più vicini al mitico ‘Not Of This Earth’, lanciandosi in una serie di passaggi sincopati pronti, di tanto in tanto, a lasciare lo spazio ad un brioso bridge centrale che un po’ ricorda la velocità e l’irruenza del Paul Gilbert solista.
Ma è con la terza traccia ‘The Four Horsemen’ che l’inventiva e la classe di Martone vengono a galla definitivamente.
Una composizione dall’incedere “gommoso” e sgusciante è l’involucro di una alchimia di suoni avvolgenti e profondi, ricchi di capacità descrittiva ed assolutamente trascinanti; ‘Engines Of Creation’ è di nuovo termine di paragone, ma il genio e le intuizioni del guitar hero canadese sono tali da lasciare sullo sfondo ogni possibile eccesso a livello di similitudini, prediligendo uno stile del tutto originale e, impossibile negarlo, al di fuori di qualsiasi rigido schema preconfezionato.
Eccellente inoltre anche la bellissima ‘O My God I’m Swelling’, episodio composto da due differenti situazioni che si palleggiano tra il soffuso country-AOR dei primi minuti per poi sfumare in una atmosfera maggiormente meditativa e notturna, dando la definitiva certezza della bravura di questo musicista, abile nel creare melodie composite ed elaborate, senza mai perdere in fascino o risultare troppo elitario ed inaccessibile.

Inutile da qui in poi proseguire con la descrizione dei restanti brani: lo stile di questo geniale artista ha il potere di affascinare catturando con la forza dell’insolito e della sperimentazione piegati al servizio della melodia e del buon gusto musicale, aspetti questi, in grado di nobilitare ‘When The Aliens Come’ al rango di album tra i migliori sul mercato e di posizionare Martone di diritto tra i grandissimi della sei corde.

Molto azzeccate infine, produzione e bilanciamento dei suoni, ben definiti e rotondi ed in grado di esaltare al meglio le doti dei vari pezzi offerti in scaletta.
Non male a tale proposito, l’idea di ascoltare questo platter con l’ausilio di un paio di cuffie stereo di buona resa e qualità.

Concludendo, gusto e raffinatezza abbondano, lasciando spesso libero sfogo ad una tecnica incredibilmente evoluta e ad una serie di trovate ed idee originali che, ben lungi dal risultare noiose o accademiche, accentuano il fascino delle canzoni in modo elegante e ricercato.

Null’altro da dire: un must per gli amanti della sei corde e del progressive strumentale.

Tracklist:

01. Starz Scarz
02. Flatulation Farm
03. The Four Horsemen
04. Really Now!
05. Mike Crow’s Mailbox of Doom!
06. Fumble Fingers
07. Pung Yao
08. Angel
09. O My God I’m Swelling!
10. Double FF’s
11. Maneemanaw
12. Techno Bee’z
13. When the Aliens Come

Line Up:

Dave Martone – Chitarra / Tastiere / Basso
Daniel Adair – Batteria / Percussioni / Basso
David Spidel – Basso

Ospiti:

Gene Hoglan – Batteria
Prashant Aswani – Chitarra
Chris Buono – Chitarra
James Hogan – Chitarra
Terry Syrek – Chitarra
Nenah Barkley – Voce

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