Recensione: When The Night Falls
Il progetto Raging Dead nasce a Cremona nel 2014 da un’idea del vocalist Cloud Shade e del chitarrista Matt Void.
Dopo un più che discreto rodaggio sui palchi e qualche cambio nella propria formazione, il combo entra in sala per registrare l’EP d’esordio, dal titolo ‘Born in Rage’, pubblicato nel 2015.
Dopo ancora una serie di concerti, in Italia ed all’estero, i Raging Dead entrano, nel Giugno 2016, al BI-OS Music production Studio, sotto la guida del produttore Francesco Altare, e registrano il loro primo Full-Length, dal titolo ‘When The Night Falls’. Nel Gennaio 2017 firmano un contratto con la label americana Pavement Entertainment.
‘It’s only Rock ‘n’ Roll’: è questo quello che viene in mente ascoltando l’album, perché di questo si tratta: un Rock intriso della pesantezza e della rabbia del Metal unito alla sfacciataggine ed all’irriverenza del Punk, immediato e senza freni, gettato in faccia come una secchiata d’acqua gelida senza nessuna remora.
Il sound, schietto e sporco, incentrato su una ritmica dinamica di poco respiro, dà molta importanza ai chorus anthemici sia durante i refrain che le contro-strofe, vero punto di forza di una band che sta facendo un buon lavoro per emergere.
Le ritmiche sono serrate, la ricerca melodica è ampia ed agli assoli è stata data la giusta importanza, integrandoli bene nei pezzi per dare un senso alle storie raccontate.
La voce, una buona via di mezzo tra il clean e lo scream, trasmette ancestrali emozioni, che vanno dalla rabbia, alla paura fino alla disperazione, anticipate, in molti casi, da strofe gotiche ed inquietanti che danno un senso di suspense.
‘When The Night Falls’ è di poco superiore ai quaranta minuti e contiene dieci canzoni, la cui particolarità è quella di essere tutte adatte ai palchi.
Come il carattere della band, l’inizio è schietto ed immediato, senza fronzoli: ‘Streets of Rage’ è potente ed oscura prima di accelerare ed esplodere in uno sfrenato Punk ‘n’ Roll, con una parte centrale molto arrabbiata ed un momento di pochi secondi che fa presumere che, all’interno del gruppo, ci sia almeno un artista al quale il vecchio e caro Thrash Metal non dispiace.
Si prosegue con la Title-Track, ‘When The Night Falls’, brano che rappresenta appieno i Raging Dead, molto anthemico, completo ed efficace, con la dose giusta di Punk e di Metal, con buoni cambi di tempo, riprese ed accelerazioni.
‘Whitin Shadow’ ricorda un po’ i primo Motley Crue mentre ‘Army Of The Restless’ è bilanciata su atmosfere più sinistre, ben introdotte da una tenebrosa e quasi celata chitarra acustica che conduce a strofe cadenzate e ad un enfatico refrain; un assolo melodico conduce ad una parte pestata e poi alla ripresa del pezzo.
La sfacciataggine riprende con ‘Nightstalker’, con un refrain dai toni quasi epici e due assoli entusiasmanti.
La seconda parte dell’opera inizia concedendo un attimo di tregua: ‘Bloodlust’ è un pezzo oscuro con canto e controcanto, mentre ‘Crimson Garden’, pur mantenendo una buona potenza, ha i toni leggermente più tranquilli, adatta anche per chi non è proprio un fan del genere trattato dai Raging Dead (ma che, ascoltando questa canzone, lo può diventare). Un singolo un po’ ruffiano, insomma, ma ci sta (… gli Iron Maiden insegnano …); difatti, per ‘Crimson Garden’, è stato realizzato un video.
Gli ultimi tre brani, ‘Scratch Me’, ‘Doomsday’ e ‘Ballad Of The Storm’ riprendono l’aggressività iniziale: tanto Metal e tanto Punk, intessuti in un’unica trama, da ascoltare ad alto volume. Insomma, si arriva alla fine dell’album spossati ma contenti.
Tirando le somme, il lavoro del quartetto Cremonese, che si definisce ‘Horror Punk Metal’, è più che riuscito ed è convincente: un sound attuale ma rispettoso di quei sacri anni ’80 da cui è partito tutto, dai toni professionali, suonato alla grande ma che punta, prima di tutto, a far divertire. Meglio di così…Grandi Raging Dead.