Recensione: Whirld Tour 2010 – Live From Shepherd’s Bush Empire, London [DVD]
23 concerti, 11 paesi e 29 giorni: tour ti proporzioni enormi, seppur racchiuso in poco più di un mese, che ha portato in giro per il globo una creatura altrettanto mastodontica come The Whirlwind. I Transatlantic, come da previsione, chiudono questo capitolo con il live album (DVD + CD) numero tre su altrettanti full-length pubblicati. Disco contenente al suo interno lo show registrato il 21 maggio scorso allo Shepherd’s Bush Empire di Londra, più l’aggiunta di una buona dose di contenuti extra (che elencheremo per intero più avanti), per una durata complessiva che sfiora le sei ore. Prodotto che, certamente, sembrerebbe un po’ duro da assimilare tutto d’un fiato, ma che comunque, come vedremo, non delude chi, da un supergruppo di tale caratura, pretende sempre il meglio.
La prima parte, composta da “sole” quattro tracce, è forse la più imponente, grazie ai suoi 147 minuti di musica. La partenza è di quelle con il botto, ovvero con i 77 minuti della suite The Whirlwind: pezzo sì diviso in dodici movimenti, ma comunque suonato tutto d’un fiato e, nemmeno ci sarebbe il caso di precisarlo, senza la benché minima sbavatura. L’intesa tra i singoli elementi è da subito perfetta come non mai, e la resa sonora è nitida al punto giusto. Le varie On The Prowl, A Man Can Feel, Out Of The Night (gli highlight assoluti di The Whirlwind) scorrono fluide e senza cali di tensione, impreziosite a dovere da un audio Dolby 5.1 e da una resa video più che ottima, dove (per fortuna) vengono spesso evitati gli ormai tipici cambi di inquadratura per ogni due secondi che, sinceramente, potrebbero solo causare un mal di testa cronico. Tra qualche battuta con il pubblico (fatta senza mai perdere di vista la partitura del pezzo), evoluzioni dei singoli musicisti, assalti strumentali a dir poco spettacolari e scambi di sguardi d’intesa tra i presenti sul palco (in particolare tra il duo Morse/Portnoy), si arriva al gran finale con una Dancing With Eternal Glory letteralmente da pelle d’oca.
E qui la maggior parte delle band (soprattutto quelle più in là con gli anni) sarebbero già pronte a fare i bagagli per il prossimo show. Invece i Transatlantic no, loro non hanno nemmeno cominciato. Ed ecco quindi che, dopo una brevissima pausa, si passa al vecchio (e più che rodato) repertorio del gruppo, a cominciare da una All Of The Above dove la band pare divertirsi maggiormente, soprattutto nel corso delle lunghe digressioni strumentali condite da qualche improvvisazione spassosa (il breve stacco dello spot di McDonald’s, in questo caso). Semplicemente da brividi la successiva We All Need Some Light, dove Roine fornisce sicuramente una delle sue migliori prestazioni dietro al microfono (senza nulla togliere alla versione originale cantata da Morse), mentre Duel With The Devil offre l’ennesima prova tecnica da parte dell’intero gruppo che, tanto per cambiare, sembra divertirsi quasi più del pubblico (da notare il breve stacco di Highway Star sulla seconda strofa). I singoli elementi, c’è da notarlo, nonostante l’età e tutti i km macinati con la date precedenti, sono comunque in forma smagliante, con la coppia Trewavas/Portnoy che va a formare una sezione ritmica solidissima, lasciando la maggior parte delle luci dei riflettori puntati sulle lezioni di ipertecnica impartite dal duo Stolt/Morse. Doveroso, arrivati a questo punto, anche un breve appunto su Daniel Gildenlöw: il singer svedese, pur non svolgendo un ruolo di importanza cruciale all’interno della band, si impegna comunque al massimo, soprattutto sui cori e a livello scenico.
Il secondo DVD è invece dedicato, prima di tutto, ad un encore (di ben 36 minuti) dove il cantato di Neal si fa quasi commovente sulle morbide melodie di Bridge Across Forever, per poi scatenarsi in maniera piuttosto furiosa con una Stranger In Your Soul che, oltre alla parte strumentale, offre un gran spettacolo dal punto di vista scenico, con Morse che prende possesso della batteria di Mike, lasciando a quest’ultimo la possibilità di improvvisare uno stagediving in mezzo al pubblico.
La restante sezione del disco non è certamente povera di contenuti: oltre alla “consueta” intervista, troviamo un documentario (anche piuttosto divertente, per certi versi) di ben due ore che vede la band alle prese con le prove prima della partenza del tour, più le riprese effettuate nei backstage (ma anche per le strade delle città) di ogni data. La ciliegina sulla torta (dedicata ai nostalgici) è invece rappresentata dalle riprese tratte dall’ultimo High Voltage Festival, e che vedono i Transatlantic eseguire, in compagnia di Steve Hackett, la celebre cover dei Genesis, The Return Of The Giant Hogweed.
A dir poco notevole, in poche parole. Notevole la quantità dei contenuti (che sfiorano le sei ore, ricordiamolo) di questo DVD, nonché l’effettivo valore del materiale presente, compreso il menù iniziale, se proprio vogliamo dirla tutta. Certo, la sua assimilazione richiede tanta, tantissima pazienza, vista la sua mole e la grande quantità dei contenuti, ma chi è abituato ai prodotti targati Transatlantic non avrà di certo nessun problema a prendersi tutto il tempo necessario per gustarsi come si deve un prodotto di tale caratura.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Discutine sul forum nel topic relativo
Tracklist:
DVD I
01 The Whirlwind
02 All Of The Above
03 We All Need Some Light
04 Duel With The Devil
DVD II
01 Bridge Across Forever
02 Stranger In Your Soul
03 Documentary
04 Band Interview
05 The Return Of The Giant Hogweed (with Steve Hackett)