Recensione: Whispers From the Edge of Nowhere

Di Emanuele Calderone - 28 Dicembre 2010 - 0:00
Whispers From the Edge of Nowhere
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

Band di recente fondazione, gli Embrace of Disharmony si formano a Roma e vedono fra le proprie fila:
-Gloria Zanotti (voce)
-Stefano Sciamanna (voce maschile; guest)
-Matteo Salvarezza (chitarre e backing vocals)
-Leonardo Barcaroli (basso e backing vocals)
-Alessandro Santilli (batteria)
-Ludovico Fabbri (tastiere, guest)

Il combo nasce con l’intento di proporre un progressive metal originale e mai scontato. Il risultato degli sforzi dei ragazzi è “Whispers From the Edge of Nowhere”, uscito nel 2010, che ci mostra un gruppo giovane ma già estremamente consapevole dei mezzi a propria disposizione.
All’ascolto dell’ep si nota come convergano all’interno della musica di questi sei musicisti influenze tra le più varie. Il prog metal è il punto di partenza (le reminiscenze di Symphony X e Adagio sono chiare e mai celate), ma ben presto ci si accorge che a fianco a questo si trovano suggestioni avantgarde ed estreme, al limite del black e del death.
L’album consta di cinque tracce, quattro delle quali di durata superiore ai 5 minuti, che si lasciano ascoltare con indubbia piacevolezza. Le strutture dei brani sono elaborate e decisamente articolate, ciò nonostante riescono a imprimersi nella mente sin dai primi ascolti.
Le canzoni non risultano mai dispersive, dimostrando una certa compattezza e un’indubbia cura non solo nel songwriting, ma anche per quel che riguarda l’aspetto puramente emotivo.
Le chitarre, sempre potenti e aggressive, innalzano un muro sonoro di deciso impatto che, sostenuto da una sezione ritmica puntuale ed estremamente elegante nel suo incedere, riesce nell’intento di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
L’introduzione del lavoro viene demandata a “Hades” che, con i suoi 6 minuti abbondanti, ci mostra sin da subito come i ragazzi siano affiatati e preparati. Il pezzo si muove su coordinate prog metal, risultando decisamente piacevole. Azzeccata risulta essere la scelta del duetto tra voce femminile e maschile (ad opera di Stefano Sciamanna già in forza agli Endaemona, qui in veste di guest), che accresce notevolmente l’atmosfera.
L’accoppiata centrale formata da “Vision in a Dream” e “Sleeping Faith” ci regala i momenti più vicini al prog neoclassico di casa Symphony X. La prima canzone alterna momenti di puro progressive metal nei quali la band da sfogo a tutte le proprie doti esecutive, specie nelle lunghe parti strumentali, ad altri in cui si scorgono influenze jazz.
La seconda è invece una song strumentale di discreta fattura, che gioca molto sulle atmosfere, per legarsi, nel finale, alla successiva.
Con la coppia “Dirge on a Soul Staring at the Stars” e l’ultima”A Descend into the Maelstrom” il combo ci regala gli episodi migliori dell’ep. I brani in questione si spostano verso lidi più estremi, presentando accenti vicini sia al death che all’avantgarde più esasperato. Le voci di Gloria e Stefano poggiano sul riffing potente e compatto di Matteo, sostenuto da una sezione ritmica variegata ed efficace, che contribuisce a rendere la canzone più movimentata e accattivante.
Nella track conclusiva si ritrovano delle soluzioni che riportano inevitabilmente alla mente gli Arcturus più teatrali, grazie sopratutto all’interpretazione della cantante, che svolge un lavoro di assoluto rilievo al microfono.
Splendidi i botta e risposta tra chitarra e tastiera posti a metà del brano, che conferiscono maggiore dinamicità all’intero pezzo.
Con “A Descend into the Maelstrom” (titolo che riporta inevitabilmente alla mente Edgar Allan Poe) si toccano però i picchi di emotività più elevati dell’intero platter. Ancora una volta l’ottimo guitar-work, assieme al lavoro svolto dalla coppia Barcaroli/Santilli, risulta brillante e convince. A tutto ciò si aggiunga l’operato di Ludovico Fabbri che ancora una volta contribuisce ad accresce il pàthos della composizione, grazie a un lavoro mai invadente, ma sempre indispensabile all’economia della band.

Alla buona qualità generale della musica qui proposta, si affianca una prestazione generale della band di egregia qualità. Tutto è curato alla perfezione, le chitarre sono taglienti e puntuali, sia nel riffing che negli assoli; stesso dicasi per la sezione ritmica precisa come non mai e in grado di conferire il giusto spessore alle composizioni. Vero valore aggiunto sono i due cantanti, le cui voci si discostano dai canoni classici dei cantanti progressive, risultando pertanto originali oltre che gradevoli.
Per quanto concerne invece la qualità di registrazione, bisogna ammettere che c’è ancora molto da fare. La produzione, sebbene non sia disprezzabile, presenta ampi margini di miglioramento, risultando un poco lontana dagli standard qualitativi medi odierni.

Questo è quanto. “Whispers From the Edge of Nowhere” è un prodotto interessante e che stuzzica l’attenzione dell’ascoltatore, risultando appetibile per un’ampia gamma di ascoltatori. I pochi difetti attribuibili a quest’opera non influiscono più di tanto sul risultato finale che, visti i pregi riscontrati, supera, e non di poco, la sufficienza.

Emanuele Calderone


Discutine sul forum nel topic relativo!


Tracklist:
01-Hades
02-Vision in a Dream
03-Sleeping Faith
04-Dirge on a Soul Staring at the Stars
05-A Descent into the Maelstrom

Ultimi album di Embrace Of Disharmony

Genere:
Anno: 2014
85