Recensione: Wicked Metal (ristampa)
Gli anni in cui l’U.S.metal a tinte epiche attraversava il suo periodo di massimo splendore è ormai passato, il periodo d’oro di quella scena, che in verità rimase relegata ai confine dell’underground a stelle e strisce anche nel suo momento più florido, ci ha regalato una miriade di band dedite a quella branca dell’heavy metal che in seguito venne etichettata con il termine epic, band che nella maggior parte dei casi sparirono subito dopo l’incisione del primo LP. Valhalla (U.S.A.), Salem’s Wych, Medieval Steel, Child Saint, Black Knight, Thatcher, Street Child, sono solo alcuni dei nomi che pur non avendo raggiunto fama e notorietà ebbero almeno la fortuna di riuscire ad incidere il loro nome nello sconosciuto libro dell’epic metal. Di contro furono moltissime la band che non riuscirono ad arrivare all’agognato contratto discografico lasciando a testimonianza del loro passaggio solo rarissimi demo tape di cui solo pochissimi eletti ne conoscono l’esistenza. E il caso di questi sconosciutissimi Aceium dalle cui ceneri, due anni più tardi, per volere del vocalist Doug Adams, nacquero i leggendari WitchKiller.
Wicked Metal è in sostanza il primo ed unico lavoro di questi quattro canadesi che per motivi sconosciuti non raggiunse mai le stampe rimanendo chiuso in qualche polveroso cassetto fini a quando gli occhi della sempre attenta Doomed Placet Records caddero su questa leggendaria quanto sconosciutissima band.
Credo che gli amanti di queste sonorità apprezzeranno questo vinile ( è stato stampato solo in LP) dal primo ascolto. Otto tracce pregne di quell’atmosfera tipica del più marcio ed incontaminato underground americano. Di certo non ci troviamo di fronte un capolavoro che avrebbe rivoluzionato il panorama metallico ma sicuramente non avrebbe faticato a ritagliarsi quell’aurea leggendaria che avvolge la maggior parte di quei lavori nati e morti nel giro di poche stagioni.
Pur essendo stato riversato da un demo datato 1982 il sound è più che discreto. Il suono acerbo, grezzo, caratterizzato da riff semplici e lineari amplificano quell’aurea ingenuamente metallica tipica di quelle band che proprio in quegli anni muovevano i primi passi.
Dal punto di vista musicale ci troviamo di fronte un heavy metal ancora influenzato dalla N.W.O.B.H.M. ma indubbiamente impreziosito dallo stampo classico tipico della scena americana dove in alcuni casi è ancora viva l’influenza dell’hard rock settantiano.
Ovviamente l’alone leggendario dei WitchKiller aleggia in più di qualche brano (tutti i brani portano la firma di Doug Adams) anche se la proposta risulta meno epica e più metallica rispetto a Day of the Saxons. Brani come Metal Flake o Walkin’ with Evil rappresentano in maniera concreta l’attitudine di questi cinque sbarbatelli che con Satan’s Laugh confezionano un piccolo gioiellino di metallo epico evocativo, sicuramente imparagonabile e grandi classici dell’ epic metal ma apprezzabile se ascoltato evidenziando l’anno in cui è stato concepito.
Altri brani da menzionare sono l’acerba Cold Steel e Let Loose due brani che anticipano il discorso che verrà portato avanti con maggior successo in Day of the Saxons.
Il disco è stato ristampato dalla Doomed Planet in sole 500 copie.