Recensione: Wicked Saint Or Righteous Sinner
Wicked Saint Or Righteous Sinner è il secondo lavoro dei Dawn Of Silence, power metal band svedese dalle forti
tinte heavy metal. Non nascondo che, pur avendone sentito parlare, questa è la prima volta che mi accingo ad ascoltare un
loro disco. Dalla biografia allegata al promo inviatomi dalla Metal Heaven, l’etichetta discografica della band, si legge che
il complesso è nato da un’idea di alcuni compagni di scuola di formare una cover band degli Iron Maiden.
Oggi, a distanza di otto anni, possiamo confermare che il quartetto svedese è rimasto particolarmente ammaliato dalla lezione
impartita dalla “Vergine di Ferro”, anche se comunque non risulta essere l’unica influenza della band. Infatti, si possono
trovare richiami agli Edguy del periodo Mandrake oltre a qualche gradevole venatura thrash, come ben testimoniano l’iniziale
Chasing A Ghost e la seguente Escape The Night, due canzoni che danno subito spazio a melodie di facile
assimilazione e ritmiche robuste, spesso lanciate su territori heavy metal.
Quando questo non accade, ed è il caso di Release Me (From Myself), la band mette in mostra buone doti espressive,
sostituendo l’elemento velocità con il fattore epico. Da segnalare l’ottima prova del talentuoso Patrik Johansson, impegnato
nel doppio ruolo di cantante e chitarrista, che più di una volta mi ha ricordato l’ugola di Tobias Sammet degli Edguy.
L’arpeggio iniziale di In Quest For Life in pieno stile “Maiden”, si sviluppa in una epica cavalcata, dove le ritmche
compatte della coppia Pelle Johansson/Torbjorn Edqvist (rispettivamente batteria e basso) e le affilate chitarre del già
citato Patrick e Mats Johansson, si sviluppano in un accattivante chorus di pura matrice hard rock.
Nella parte centrale del disco i Dawn Of Silence fanno intendere di saper picchiare duro: ne sono prova la veloce e dinamica
Cage Of Fear arricchita da linee vocali di effetto e la furibonda Crucifire dominata da riff robusti, voci
graffianti e portentosi stacchi ai limiti del thrash metal, il tutto ben supportato da una sezione ritmica sempre precisa e
puntuale, messa bene in evidenza in fase di registrazione grazie all’ottimo lavoro di Jonas Kjellgren dei Black Lounge
studio.
Away From Heaven mette in risalto invece il lato più hard rock della band. Il disco prosegue senza cali di tensione
con Haunted Dreams, il cui inizio ricorda vagamente “Brave New Word” degli Iron Maiden. Qui voglio spezzare una lancia
a favore dei Dawn of Silence: seppur il sound risulti derivativo, è innegabile l’abilità di questi ragazzi nel saper comporre
linee vocali di effetto. Personalmente mi sono spesso imbattuto in molte band dalle ottime capacità tecniche con validi
cantanti che, in fase di songwriting, mostravano lacune proprio nella composizione delle line vocals e sappiamo bene quanto
importanti siano in un genere come il power metal. Poste in chiusura del disco Shadow Of Guilt e Masquerade,
che non fanno altro che riassumere quella che ormai avrete capito è la “ricetta tipica” del nostro quartetto nordico ossia
cavalcate classiche alternate a brani più ruvidi e duri, senza perdere mai di vista la melodia, per un disco che risulta nel
complesso pulito e genuino, ben suonato e prodotto.
Il consiglio finale è: chi è alla ricerca di qualcosa di originale, può benissimo lasciar perdere.
Domiziano Mendolia
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Tracklist:
01. Chasing A Ghost
02. Escape The Night
03. Release Me (From Myself)
04. In Quest For Life
05. Cage Of Fear
06. Crucifire
07. Away From Heaven
08. Haunted Dreams
09. Shadow Of Guilt
10. Masquerade
Line Up:
PATRIK JOHANSSON – Vocals, lead & rythm guitar
PELLE JOHANSSON – Bass
MATS JOHANSSON – Lead & rythm guitar
TORBJÖRN EDQVIST – Drums