Recensione: Wishmaster
Wishmaster, fatica dei Nightwish successiva allo strepitoso Oceanborn e terzo album in ordine generale appena prima del loro “debutto” con un disco live. Difficile bissare il disco precedente, quindi i nostri cercano di cambiare un po’ il tiro. Lo fanno lasciando da parte un po’ delle melodie e delle tastiere che avevano caratterizzato il precedente album. Si affidano maggiormente agli strumenti tradizionali del metal, ghitarra, basso, batteria, per creare il sottofondo che cercano. Il sound ovviamente cambia leggermente in seguito a queste scelte seguendo una scia che lo lega maggiormente a una musica di genere power. Non mancano naturalmente i passaggi dove la stupenda voce di Tarja disegni stupendi arabeschi, ma in generale è un’altra cosa. E’ proprio l’aria che si respira ad essere diversa.
In genere i brani degni di nota non mancano, ma la minor rilevanza delle tastiere e il fatto che vengano spesso lasciate in secondo piano, sovrastate dalle chitarre si fa sentire. In Oceanborn infatti tastiere e voce sembravano aver raggiunto un notevole grado di affiatamento, mentre in questo disco la voce di Tarja è spesso lasciata libera e si esibisce quasi senza accompagnamento in molti punti. Questo dà maggiore risalto alla stupenda voce della singer dei Nightwish ma fa perdere un po’ alla pienezza del suond.
Meritano per l’esecuzione, per le melodie e per la voce di Tarja sicuramente quasi tutte le canzoni, ma quelle che forse rimangono maggiormente impresse sono le più lente e dolci come Two for Tragedy e Dead Boy’s Poem in cui emerge in tutta la sua delicatezza la voce. E poi una menzione particolare anche per Wanderlust che dà una nota di ritmo in più, la titletrack Wishmaster e la conclusiva FantasMic che con le sue alternanze di momenti lenti e dolci e improvvise accellerazioni ci regalano forse la canzone più bella dell’album con la voce di Tarja in gran spolvero. Le altre non fanno altro che renderci il gruppo al meglio della sua forma, ma senza riuscire ad aggiungere a ciò che già sapevamo di loro e delle loro potenzialità, anzi forse dandoci qualche delusione per la mancanza delle innovazione che restano legate alle canzoni citate.
Per concludere un bel disco, piacevole che si lascia ascoltare bene e con una produzione che ci rende al meglio la voce certamente non facile da gestire. Certo non aggiunge molto a ciò che già di sapeva dei Nightwish dall’ultimo Oceanborn, forse meno estatico ma più power. Consigliato a chi vuole prolungare i suoi momenti in compagnia della splendida voce di Tarja.
Tracklist
01 She is my Sin
02 The Kinslayer
03 Come Cover Me
04 Wanderlust
05 Two for Tragedy
06 Wishmaster
07 Bare Grace Misery
08 Crownless
09 Deep Silent Complete
10 Dead Boy’s Poem
11 FantasMic
Alex “Engash-Krul” Calvi