Recensione: Witchunter Tales

Di Beppe Diana - 1 Settembre 2002 - 0:00
Witchunter Tales
Band: Thunderstorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Folletti della notte che turbate i sonni inquieti di noi poveri dannati, anime oscure che vagate ansimanti alla ricerca delle tenebre che avvolgono la vostra anima, gioite perché i Thundersorm stanno per ritornare!!!!

E si, dopo quello degli Highlord, la nostra Northwind records si prepara a stampare la seconda fatica discografica della tenebrosa band bergamasca, un album oscuro e tetro, pregno di quelle atmosfere così decadenti che potranno farvi compagnia nelle vostre notti più insonni.

Ebbene, dopo l’eclatante successo dell’album di debutto “Sad symphony”, che in paesi come la Germania, ha fatto davvero sfracelli, facendo balzare i Thundersorm agli onori della cronaca, tanto che in molti mail order del settore, i nostri vengono definiti delle doom stars, è giunta l’ora del suo degno successore a titolo “Witchunter Tales”, un album che già dal titolo fa prevedere degli ottimi auspici.

Infatti, ascoltando le quattro tracce di questo advance cd, è bello notare che, laddove la maggior parte delle doom band odierne si sono spostate chi verso sonorità più gotiche, chi verso lidi più stoner, i nostri quattro amici, non solo hanno preferito mantenere inalterati certi aspetti peculiari del proprio album di debutto, anzi, grazie soprattutto all’apporto di un secondo chitarrista, aggiuntosi oramai da qualche mese alla line up di partenza, ha reso più potente nonché coinvolgente la propria miscela sonora che convoglia in un‘unica struttura le partiture epiche di certi Candlemass d’inizio carriera, con il doom old school di maestri quali St.Vitus, Obsessed, i primi Cathedral quelli di “Forest of equilibrium” e “The carnevale bizzare”, e perché no dei Trouble di “Run to the light” o “ The skulls”, di sicuro la band alla quale i Thunderstorm si avvicinano maggiormente.

A tal uopo, un ascolto alla travolgente “Witchunter” mi sembra proprio d’obbligo, una song dall’incedere dannatamente heavy,  squarciata da partiture thrashy sulle quali il vocalist Fabio “Thunder” si rende abile incantatore riuscendo a coinvolgere l’ascoltatore lungo un trip acido fra minacciose visioni arcane, e misteriosi stati del subconscio umano, in poche parole un must!!

Ma non è tutto, anche perchè il culmine viene raggiunto con la stupefacente “Star Secret”, che chiama in causa, a mio modo di vedere, certi Corrosion of Conformity e perché no i sottovalutati Monster Magnet, per quell’incedere quasi space rock a la Hawkwind, marchiata a fuoco com’è da certi riffs lisergici e funesti.

Più pacatamente rilassate, e quindi volutamente doomy, sembrano invece le restanti “Parallel Universe” e “Unchaining World” classiche slow songs fra incursioni in territori Sabbath-iani ed arroventate deflagrazioni epic/speed metal in grado anche di resuscitare i morti, ah ah ah ah!!!!!

Dunque un album con tutte le carte in regola per poter ripetere l’exploit del suo predecessore, perciò se siete stanchi delle solite band che amano ripetersi e che alla lunga stancano, mettete da parte i soldini, perché il conto alla rovescia è oramai incominciato, meno tre, due, uno……

 

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