Recensione: With friends from the Orchestra
A quarant’anni dalla loro nascita, i Marillion pensano bene di regalare un album speciale per i propri fan e – seguendo in parte quanto recentemente proposto da Steve Hackett in sede live – rivisitano alcuni pezzi importanti della loro discografia con nuovi arrangiamenti piccolo orchestrali. With Friends from the Orchestra è il diciannovesimo album in studio del gruppo britannico e dopo lo slittamento (di circa un mese) della data ufficiale d’uscita possiamo finalmente ascoltare i nove pezzi selezionati e suonati insieme al quartetto d’archi In Praise of Folly, la flautista Emma Halnan e il cornista Sam Morris.
Tutto sa di estrema raffinatezza e il sound di Hogarth & Co. risulta avvolgente e malinconico, l’ideale per il connubio tra rock e strumenti ad arco. Spiccano in tracklist le suite “This Strange Engine” (del 1997 e con un assolo di sax fenomenale) e “Ocean Cloud” (tratta dal capolavoro Marbles del 2004), ma è proprio la scelta delle composizioni inserite a colpire per sagacia e desiderio di rispolverare dalla sterminata discografia dei Marillion alcune song preziose, forse dimenticate, e accostarle a composizioni più recenti. E così troviamo “Estonia”, “The Sky Above the Rain” (da Sounds That Can’t Be Made) e “Seasons End” (brano che ha compiuto trent’anni).
I Marillion non sbagliano un colpo, With Friends from the Orchestra è un disco che ammalia e regala emozioni, l’ideale per passare un Natale sereno e a pensare all’anno nuovo. Fatelo vostro!
p.s. Il 29 novembre l’album è stato ripubblicato dalla earMUSIC anche in edizione digitale e doppio vinile.