Recensione: With Murderous Intent
Band dal nome non proprio singolare (troviamo almeno un’altra decina di band con pari monicker), i britannici Blacklist giungono al loro secondo album: ‘With Murderous Intent’, autoprodotto e disponibile dal 24 agosto 2024.
Con questo nuovo album i Blacklist vogliono spaventare, ed anche qui l’originalità è un’altra cosa (Black Sabbath docet), ma soprattutto cercano di farci venire paura di noi stessi, utilizzando come base quei film dell’orrore dove gli atti di estrema ferocia di mostri ed assassini alzano il tasso di adrenalina, facendo venire a galla i nostri più atroci desideri.
Pure quello che suonano non è originalissimo, anzi … non lo è per niente! Un insieme di Thrash, Hardcore, Punk, Black e Death un po’ Old School ed un po’ moderno, tritato ed emulsionato dentro un frullatore e tirato in faccia con la più estrema impudenza.
Un “ibridone” bello e buono, di quelli come se ne sentono pochi. Però fatto bene. Questi quattro bellicosi ragazzi riescono a mettere assieme le idee più svariate riuscendole a fonderle in un tutt’uno che, magari, nel suo complesso non dice nulla di nuovo ma evidenzia un sacco di personalità.
La maggior parte dei brani che compongono l’album ha perlopiù un’andatura articolata allo spasimo e che si sviluppa principalmente su tempi lunghi (eccetto ‘The Dismemberment Blade’, che dura 2,40 min, si viaggia grosso modo tra i 4 ed i 7 minuti). Non si può parlare proprio di “Progressive” ma più che altro di un continuo macinare prepotenti cambi di tempo, uno dietro l’altro, passando con disinvoltura dalla velocità più assurda al rallentamento più estenuante.
‘With Murderous Intent’ è, praticamente, un continuo accavallarsi di roba: ad una voce collerica in stile Hardcore si alterna uno scream più che diabolico e viceversa, i ritmi viaggiano tra il Thrash di Exodus e Slayer a quello dei Pantera, con inserite molteplici cascate di note generate all’inferno e sinistre bordate derivanti dalla scuola del metallo della morte … e quando ci si abitua a tutto questo, come a confermare l’imprevedibilità dell’album viene fuori un arpeggio malinconico alla Metallica qui (‘Kill the Coroner’), un richiamo alla NWOBHM là (‘With Murderous Intent’), anche un pò di Alternative (‘Never Sleep Again’), perché no? Ci sta anche lui in tutto questo bailamme sonoro, senza contare gli assoli classici, gli arroganti assalti Punk ed i momenti di follia pura.
Ebbene, la cosa più incredibile è che tutto questo funziona: tutti questi cambi di tempo e di stili sono genericamente bene amalgamati da un sound tenebroso, infausto, maligno, soprattutto inquietante che dà corso a quello che si può definire un flusso sonoro disturbante ma coinvolgente: non sono pezzi che si riusciranno a cantare sotto la doccia o mentre si cucina, ma, alla fine, la maggior parte di loro stanno in piedi, entrano dentro e ti rendono partecipe.
Poi ci sono anche i momenti di pura esagerazione, dove i Blacklist si lasciano troppo prendere dalla furia e danno vita ad un’ostica confusione lasciando che la rabbia prenda il sopravvento sulla musica (ad esempio in ‘Lethal Infection’ e ‘Never Sleep Again’), non tutto è perfetto e molti spigoli sono ben ben da smussare. Ci sta, questo modo di suonare Metal porta in questa direzione estrema, dove si cammina lungo un crinale tra buona musica e rumore, con molti rischi di cadere verso questo secondo versante.
Comunque le abilità ci sono, il coraggio e le idee anche ed i Blacklist riusciranno sicuramente a stare dalla parte giusta del monte.
‘With Murderous Intent’ è album che deflagra ad ampio raggio, con tanta cattiveria estrinseca che si palesa in mille modi. Qualche aggiustamento qua e là e le buone sorprese non mancheranno. Aspettiamo gli svuluppi futuri con curiosità.