Recensione: Woodoo Tumba
Óscar Gómez, aka Óscar G. Comendador, è un polistrumentista spagnolo attivo in diverse band della comunità autonoma di Castiglia e León. Tra i diversi progetti che lo hanno visto e lo vedono tutt’ora coinvolto figurano i Lethargic, dediti a un Death/Doom old school.
Il combo esordisce nel 2016 con l’EP “Chapter Soil” che vede Comendador occuparsi del songwriting e suonare tutti gli strumenti e Fernando Unferth alla voce. Nel 2022, dopo sei anni di silenzio, i Lethargic tornano con il nuovo album “Woodoo Tumba”, frutto di una formazione rinnovata che annovera, accanto al fondatore, compositore e chitarrista Óscar G. Comendador, Toño Alonso alla voce, Jorge Azofra alla batteria e Johnny Molina al basso.
I 9 brani di cui si compone “Woodoo Tumba”, intervallati da 3 interludi atmosferici, sono stilisticamente piuttosto simili, sarebbe quindi poco proficuo entrare nella disamina di ciascuno di essi. In effetti in questo disco ad emergere non è tanto la singola traccia – per quanto il livello compositivo ed esecutivo di ognuna sia elevato – quanto il mood orrorifico e claustrofobico generato dall’ascolto nel suo complesso.
In questo LP i Lethargic non si discostano dalle tipiche dinamiche del Death/Doom, alternando bordate estreme e veloci a frequenti rallentamenti plumbei e sinistri. Pur iscrivendosi nei canoni del genere, la proposta non fa difetto di una buona dose di personalità, che si palesa soprattutto attraverso la complessità e l’articolazione degli arrangiamenti e l’approccio concettuale e atmosferico – che in alcuni passaggi ricorda quello degli australiani Portal – che pervade questi tre quarti d’ora di musica.
Con il loro growl estremamente gutturale, le terrificanti linee vocali in lingua spagnola – praticamente onnipresenti – non lasciano un attimo di respiro, la chitarra continua a sputare riff taglienti e intricati e la sezione ritmica puntella il suono con solidità e precisione. Pur trattandosi di una release underground, la produzione è professionale e ben combina i diversi elementi centrando l’obiettivo di confezionare un sound che si rifà apertamente agli anni d’oro del genere, a cavallo tra la fine degli Ottanta e i primi Novanta.
“Wodoo Tumba” è una prova, la prima dei Lethargic su pieno minutaggio, che non fa prigionieri e convince ampiamente. Al momento non si può sapere che tipo di sviluppo avrà questo progetto, non resta quindi che riconoscere che le premesse sono davvero interessanti e lasciarsi andare all’ascolto di questo album devastante.