Recensione: World Class Listening Problem
Tornano dopo sei anni di silenzio i Don Caballero, propugnatori da poco più di una dozzina di anni a questa parte di quel math rock che più d’una band ha influenzato nell’underground statunitense – e non solo. Dopo lo scioglimento del 2000, pochi si aspettavano di potere un giorno rivedere assieme i quattro estrosi americani. E a ben guardare non avevano tutti i torti.
La reunion dei Don Caballero, in effetti, ha ben poco di una reunion. L’unico membro della formazione originale sopravvissuto allo split è il drummer Damon Che, che invano ha tentato di richiamare al proprio fianco i compagni di un tempo. Ciononostante, tutt’altro che rassegnato, Damon ha ostinatamente rifiutato di gettare la spugna e ha trapiantato nella salma inerte della band il cuore pulsante dei Creta Bourzia – compaesani oltre che seguaci dei Don Caballero – donandole nuova vita.
Così, accompagnato dal basso di Jason Jouver e dalle chitarre gemelle di Gene Doyle e Jeff Ellsworth, Damon ha bussato alle porte della Relapse, che senza troppe cerimonie si è mostrata ben lieta di aprire.
Come potrete immaginare, il cambio di etichetta non è rimasto privo di conseguenze sul sound della band – cerebrale, complesso e questa volta anche più pesante di quanto non sia mai successo in passato. La componente heavy, talvolta mescolata a intenzioni noise, è palese fin dall’iniziale Mmmmm Acting, I Love Me Some Good Acting e ribadita in vari passaggi della title track e di And And And, He Lowered The Twin Down (i Don non smentiscono il loro consueto gusto per i titoli bizzarri – personalità estrosa o furbizia propagandistica?). Il sound è compatto, geometricamente preciso, il drumming di Damon conferma le proprie indiscusse qualità, ora lanciandosi in escalation selvagge, ora sbizzarrendosi su sentieri contorti. I nuovi compagni gli vanno dietro con precisione e senza sbavature, ma forse – complice una punta di timidezza esecutiva – avrebbero potuto osare di più. Sarà anche vero, come sostiene lo slogan promozionale, che “ogni album dei Don contiene più idee di quelle che certe band esprimono in tutta la loro carriera“, ma a quanto sembra le band di riferimento per questo album devono aver avuto una carriera piuttosto breve. Se non altro in paragone al passato.
Il problema però non è tanto questo: sono le composizioni a destare qualche perplessità. Il post rock bagnato nel jazz di Railroad Cancellation pare del tutto inoffensivo, la squilibrata Savage Composition rischia a più riprese di perdersi in un bicchier d’acqua, lo sberleffo Theme From Bricktop Clowns si trascina inutilmente ripetitivo. Non solo: troppo spesso la fruibilità della canzone è sacrificata in nome di un cervellotico gusto dell’eccentrico che, contrariamente a quanto era successo in passato, non riesce a trovare il proprio equilibrio in una forma capace di salvare i contenuti espressivi, (dis)articolandosi in una ricerca dello stravagante fin troppo fine a se stessa.
Che la proposta della band piaccia o no, bisogna riconoscere che in passato i Don Caballero avevano saputo fare di meglio, sia per quantità di idee, sia per la capacità di gestirle. Per chi, come il sottoscritto, non è mai stato un grande estimatore di siffatte di sonorità, questo album difficilmente si rivelerà il colpo di coda capace di fargli mutare opinione. Musica pur sempre ambiziosa e suonata in modo impeccabile, certamente, ma che possa anche essere piacevole da ascoltare, questo è tutto un altro paio di maniche.
Tracklist:
1. Mmmmm Acting, I Love Me Some Good Acting
2. Sure We Had Knives Around
3. And And And, He Lowered The Twin Down
4. I Agree….. No!….. I Disagree
5. Palm Trees In the Fecking Bahamas
6. World Class Listening Problem
7. Railroad Cancellation
8. Theme From Bricktop Clowns
9. Savage Composition
10. I’m Goofballs For Bozzo Jazz