Recensione: World Neuroses + Live [Reissue]
Gli anni Ottanta sono stati caratterizzati dalla nascita in ambito thrash di gruppi, per lo meno in Germania (non scomodo gli Stati Uniti, anche se questo discorso vale anche per loro), che tuttora sono il punto di riferimento per molti giovani band che vogliono sfondare: Sodom, Kreator, Destruction e Tankard sono solo il fiore all’occhiello di una scena che ne vantava molti altri purtroppo rimasti nell’ombra e che oggi grazie alle rimasterizzazioni possono finalmente risplendere di luce propria ed essere considerati band di culto.
I Living Death non fanno eccezione, essendo riusciti a costruirsi un buon seguito, che gli ha portati dal 1984 al 1991 a produrre cinque album (consigliati sono, oltre a questo, “Metal Revolution” del 1985 e “Protected From Reality” del 1987) più un live Ep.
Oggi purtroppo non si hanno più loro notizie e questo è un peccato, visto il proliferare di reunions. Ciò nonostante, vale comunque la pena di ri-ascoltare tutti i loro album, compreso questo “Worlds Neuroses”. Nella formazione possiamo subito notare alla batteria il famosissimo Atomic Streif, che dopo l’esperienza nei Living Death, ha suonato in cinque lunghissimi album nei Sodom, negli Assassins (altra grande band di culto degli anni Ottanta) per cui non ha inciso album, e negli Holy Moses. Tutti i fan di Streif dovrebbero quindi accaparrarsi gli album dei Living Death, essendo una vera garanzia, non a caso uno dei punti di forza di questo “Worlds Neurosis” è la prestazione alla batteria. Da citare anche il chitarrista Reiner Kelch che dal 1987 al 1988 ha suonato con i Mekong Delta nel album “The Music of Erich Zann”. Questo è sufficiente a render idea di quando fosse ampio lo spessore qualitativo del quartetto in questione.
Il sound è una miscela di thrash e speed anni Ottanta e si caratterizza per epiche cavalcate di chitarra del duo Fred e Kelch, dalla batteria martellante e dai cori a là Exodus, sempre presenti . I Nostri mon suonano tanto quanto i compagni tedeschi, almeno nella prima parte dove manca quella potenza tipica del thrash germanico, mentre il secondo lotto, molto ‘teutonic-style’, spicca più per la brutalità del sound che non della tecnica. A corredo del tutto abbiamo cori di derivazione Exodus ovvero “Worlds Neuroses” e “Bastard (At The Bus Stop)”. Questi brani evidenziano l’ottima sintonia del quartetto come pure “The Testament of Mr. George”, “Sacred Chao” e “Tuesday”, trittico di brutale potenza, dove viene esaltata la feroce batteria; i riff che si fanno più veloci e cupi.. Spiccano poi anche “Schizofrenia” e “Last Birthday” per i cori che fanno a botte con i validissimi riff. Le altre canzoni sono molto belle, anche se non hanno caratteristiche uniche o particolari degne di essere descritte.
La parte finale poi di questa ristampa, il cui disco originariamente è uscito nel lontano 1988, è dedicata al Live Ep non ufficiale uscito nello stesso anno: quattro versioni live delle omonime canzoni presenti sull’album “Metal Revolution” del 1985. Il sound è figlo di Accept e compagnia bella tranne l’ultima molto filo King Diamond. Qui la fa da padrone il cantante Bergmann, che mette in mostra tutto il suo bagaglio tecnico fatto di urla a tonalità altissime, miste ad una batteria che spara cannonate a raffica.
Questa riedizione è consigliata, non solo ai fan sfegatati dei Living Death, ma anche a tutti quelli che vogliono addentrarsi nei meandri delle band che per varie ragioni non sono riuscite ad emergere al tempo.
Luca Recordati
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