Recensione: World of glass
Descrivere questo capitolo dei Tristania è come addentrarsi in un paesaggio sconvolto da un cataclisma immane, come se fosse giunta una vera e propria Apocalisse.“World of Glass” è un buon lavoro, pregno di stravolgenti melodie; sotto un certo punto di vista, se paragonato al capolavoro (a mio dire) “Widow’s Weeds”, ne rappresenta un’evoluzione verso un nuovo concetto di sonorità e con un nuovo approccio agli strumenti; la cosa più impressionante è che la metamorfosi sembra compiersi man mano, durante l’ascolto del lavoro, a piccoli passi e, talvolta, quasi senza che tutto ciò si possa avvertire.
La prima canzone, “The shining path”, ci introduce in quello scenario apocalittico di cui prima parlavo, soprattutto grazie a quel coro iniziale, denso di emozioni e vigore, il cui triste inno è interrotto dalla bella e suadente voce della cantante, Vibeke Stene. La sensazione che ho provato al termine dell’ascolto di questa non brevissima traccia (quasi sette minuti) è pari all’essere precipitati, risucchiati da un uragano di emozioni, che ritrovano la pace (ma solo per poco) unicamente al termine della canzone.
“Wormwood”, il secondo brano, ha un inizio pressocchè simile alla precedente track. Anche in questa traccia la melodia è padrona e molto spazio è lasciato all’altalena tra coro e parti estreme.
“Tender trip on Earth” ha un inizio, invece, differente ed accattivante, con la voce di Thorsen (Trail of Tears) e le potenti parti di chitarra che si alternano con parti più soft… .
L’evoluzione trova la sua genesi in “Lost”, brano dall’inizio molto diretto e caratterizzato a sua volta da un sound estremamente differente da quello degli altri pezzi, quasi sembra essere di fronte ad un altro gruppo, complementare ai “soliti” Tristania, per l’uso nuovo e diretto delle ritmiche e del sintetizzatore.
“Deadlocked” è introdotta dalla melodia sopraffina creata dal pianoforte e dal violino; ancora una volta ci sentiamo spiazzati per l’estremo cambiamento di rotta effettuato dalla band… anche le atmosfere cambiano, divenendo ora più eteree, ora più dannate, claustrofobiche, ora rivolte al cielo e il momento successivo all’oscurità più profonda.
“Selling out” è a mio avviso la canzone più influenzata dell’intero cd… sembra di ascoltare all’inizio i My Dying Bride di “The angel and the dark river”… ma l’impressione svanisce subito, sostituita da una profonda malinconia prima, che cede il passo ad un’incredibile rabbia poi… ecco che il paesaggio apocalittico è svanito ed è sorta, al suo posto, una desolazione interna, quasi opprimente. Le trasformazioni, però, non sono finite qui: “Hatred grows” e soprattutto “World of glass” e “Crushed dreams”, offrono un’evoluzione molto marcata dello stile dei Tristania, che si apre verso nuovi orizzonti vagamente industrial.
L’ultima traccia, “Modern end”, rappresenta una bonus track presente solo su “limited editions”; il brano (del quale consiglio un attento ascolto, soprattutto durante il ritornello) non viene dall’insana mente di Einar Moen e Anders Hoyvik Hidle, bensì da Erik Ljunggren.
Dal punto di vista artistico, come in precedenza già ho detto, l’album si caratterizza per le trasformazioni sonore di cui i nostri si sono fatti protagonisti; il lavoro ritmico è molto buono, così come le parti corali e quelle tastieristiche; l’unica pecca del gruppo è stata quella di abusare un po’ troppo proprio delle parti corali e della melodia, lasciando poco spazio ad un sound più diretto e alle parti solistiche di chitarra. World of Glass non è consigliato agli integralisti del sound dei Tristania o a quelli che cercano un’opera simile per fattura a Widow’s Weeds, in quanto rimarrebbero forse delusi, ma è buono per tutti coloro che sono interessati a “vedere” come una band possa essere cambiata e possa cambiare… anche sotto le orecchie dell’ascoltatore. A me è piaciuto molto, soprattutto nella prima parte, meno nella seconda.
Tracklist:
1)The shining path
2)Wormwood
3)Tender trip on Earth
4)Lost
5)Deadlocked
6)Selling out
7)Hatred grows
8)World of glass
9)Crushed dreams
10) The modern end (bonus track)