Recensione: World Targets in Megadeaths
‘World Targets in Megadeaths’ è il secondo album degli slovacchi Acid Force, disponibile dal 3 novembre 2023 via Jawbreaker Records.
Rispetto ad ‘Atrocity for the Lust’, precedente lavoro del 2017 e con il quale la band ha debuttato, c’è un leggero, ma sostanziale, cambio di lineup: Teodor Majerík, basso e voce, viene sostituito da Juraj Ondrejmiška, per quanto riguarda lo strumento, mentre la responsabilità del canto viene affidata al chitarrista, già nella band, Andrej Petro.
C’è anche un leggero cambio di direzione: parliamo sempre di un Thrash Metal votato incondizionatamente alla Vecchia Scuola, ma mentre nel primo album i riferimenti principali sono gli assalti a bruciapelo di Nuclear Assault e S.O.D., uniti a parti chitarristiche stemperanti di stampo “maideniano”, ora quello che si percepisce è la volontà di ottenere un sound più completo e che, pur se sempre sfacciato e diretto, sia composto da trame più ordite ed intriganti per risultare meno settoriale e più vario.
In ‘World Targets in Megadeaths’ le influenze provengono essenzialmente dalle innovazioni dei primi Metallica e degli Slayer, combinate con quel qualcosa, di ancora precedente, che è stato l’alimento del Thrash stesso: l’impatto del Punk, la crudezza malvagia dei Venom ed il fascino oscuro della NWOBHM, la cui essenza questa volta non è più solo limitata al modello chitarristico Murray/Smith (Gers non ce lo metto, ma lui, negli Iron Maden, è arrivato ben dopo).
Un andare ancora più indietro nel tempo, “… Something from our Jurassic period …”, la citazione viene spontanea, vista la totale assenza di elementi moderni nelle corde degli Acid Force. O forse no? O forse è sbagliato chiamarla ancora “Vecchia Scuola”, od “Old School”, che fa più figo? Forse, semplicemente, l’Heavy Metal ed il Thrash Metal di inizio anni ’80 sono come una bottiglia di buon whisky, che, anche se sta chiusa su uno scaffale per anni, additata solo come monito per la salute, quando viene nuovamente stappata spande immediatamente il suo aroma inconfondibile, riconquistando i sensi ed eliminando ogni confronto con i vari tentativi di adulterazione che sono stati fatti per tentare di sostituirla.
Non “Vecchia Scuola”, quindi, ma la storia che continua e di questa storia gli Acid Forse, con brani ad alto tasso di ottani come ‘Preachers Of Mayhem’, ‘Fast Friday’, ‘Praise the Atom’, ‘Lightning Cops’ o la conclusiva Title Track, nei quali la combinazione di durezza, crudezza, velocità e melodia risulta letale, ne cominciano a far parte.
Ci sono ancora delle sbavature da limare, non ci troviamo di fronte ad un nuovo ‘Master Of Puppets’ o ‘Reign in Blood’ e nessun capolavoro del passato è scalzato. Deve anche essere superata, soprattutto, la prova dei tempi attuali, dove le uscite sono migliaia ed un album che, di fatto, non dice nulla di nuovo, per quanto valido rischia di essere ascoltato ed approfondito da pochi, rimanendo ingiustamente nel limbo delle poche copie vendute.
In definitiva, in ‘World Targets in Megadeaths’ è un sunto di un Thrash genuino ed onesto, suonato di pancia ma composto ponendo le giuste attenzioni per renderlo il più efficace possibile, prodotto in modo da risultare “piacevolmente live” senza troppe stratificazioni sonore od orpelli che non si possono ripetere sul palco.
È il secondo album degli Acid Force, abbiamo detto, il terzo parlerà chiaro sul futuro di questa band. Aspettiamo con viva curiosità.