Recensione: Worth The Weight [Reissue]
Primo full length per gli Anvil senza il chitarrista Dave “Squirrely” Allison e ultimo con in formazione lo storico Ian “Dix” Dickson al basso a rompere un sodalizio di lungo corso. Fino a Worth The Weight, infatti, i crazy canucks siglano cinque album in studio, una raccolta con inediti e un live con la stessa, inossidabile fino a quel momento, line-up. A opera della tedesca Spv esce la ristampa in Cd del disco in formato digipak ma soprattutto vede la luce per la prima volta il vinile dello stesso. Come per i precedenti Strength Of Steel e Pound For Pound, il valore aggiunto del dischetto ottico risiede nelle liner notes dei due pilastri che da sempre sorreggono l’incudine più famoso della storia dell’HM: Steve Kudlow detto Lips, addetto a voce e chitarra e il suo fedelissimo pard Robb Reiner, un funambolo dietro le pelli dei tamburi. Si scopre che, fra le altre cose (curiose ed ilari), entrambi ritengono Worth The Weight un discone per quanto attiene il suono delle twin guitar Kudlow/Marino e in effetti è impossibile dar Loro torto: le due asce spaccano davvero alla grande, riguardo il muro di suono sprogionato.
Corre l’anno 1992 e gli Anvil, in piena epoca Grunge, vanno controcorrente confezionando un album che è un pugno nello stomaco dall’inizio alla fine – lontani dall’ammansire la Loro proposta – rifuggendo per intero il trend imperante in altri lidi in quel periodo negativo per l’HM classico. Coerenza assoluta, quindi, per Lips e soci, sempre e comunque, come ampiamente dimostrato anche nel prosieguo della loro carriera. Al di là delle doverose lodi al credo degli Anvil, le note dolenti riguardano Worth The Weight nella sua interezza.
L’innesto di Sebastian Marino al posto che fu di Dave Allison conferisce potenza, indiscutibilmente, permette ai Nostri di sterzare verso partiture Thrash – non a caso il chitarrista migrerà poi negli Overkill – ma non basta, al disco manca quel tocco magico che fa di un album degli Anvil ben riuscito una pietra miliare del genere. All’appello non rispondono quelle che sono le peculiarità dei Canadian, cioè il magico riffone spaccaossa da heabanging istantaneo, il sarcasmo siderurgico di Lips e il refrain di pancia lamentoso-perforante per davvero.
In buona sostanza all’album difettano quei brani che davvero spiccano il volo. Worth The Weight è un pestone dietro l’altro, senza pietà: buone le Megadeth-oriented Infanticide e On The Way To Hell, pregevole la colata lavica scoppiettante di Bushpig, affiliatissime le schitarrate di Pow Wov con l’highlight del disco costituito dalla solenne remissione della finale Sadness e l’appendice Love Me When I’m Dead esclusa. Il resto si incanala nella normalità, non a caso Marino uscirà e gli Anvil sapranno ampiamente riscattarsi in termini di ispirazione negli anni a venire.
Tutt’altro che da buttare ma ordinario.
Stefano”Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Infanticide
2. On the Way to Hell
3. Bushpig
4. Embalmer
5. Pow Wow
6. Sins of the Flesh
7. A.Z. #85
8. Sadness / Love Me When I’m Dead
Line-up:
Steve “Lips” Kudlow Vocals – Guitars
Robb Reiner Drums
Ian Dickson Bass
Sebastian Marino Guitars