Recensione: Wounded Skies

Di Mario Munaretto - 26 Dicembre 2004 - 0:00
Wounded Skies
Band: Stormcrow
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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82

Finalmente mi trovo a recensire l’opera di una black metal band della mia regione, la Lombardia, terra che a dispetto di altre zone dell’italica penisola non è mai stata teatro di una scena vivace e animata per quanto riguarda il sotterraneo mondo del metallo nero, anche se a dire il vero negli ultimi tempi qualcosa si è mosso.

Gli Stormcrow nascono a Milano nel 1997 e nel 2000 viene prodotto il primo demo dal titolo Hell On Earth. Segue poi un periodo di intensa attività live, anche fuori dall’Italia, fino all’uscita durante questa annata di Wounded Skies, registrato però nel 2003 presso gli Alpha Omega Studios di Como. La line-up attuale vede Loki e Narchost alle due chitarre, Zedar al basso e Goraath alla voce e alla batteria.

Il demo, composto da cinque pezzi per una durata di circa diciotto minuti, è confezionato in modo molto professionale, tanto da assomigliare più a un minicd, con tanto di booklet a colori comprensivo di testi. Molto bella anche la grafica del logo, disegnato dal famoso artista belga Christophe Spazdjel.

Wounded Skies si apre con Keeping the Serpent’s Path. Si tratta di una breve intro dove le tastiere e il gracchiare di uno stormo di corvi fanno da preludio alla devastante potenza del brano successivo. Dark Promises (Are Always Kept by Satan) parte con un tiro micidiale, trascinato da ferocissimi blast beat e da un drumming molto tecnico e pulito, mentre le due chitarre mordono con i loro riff affilati e velenosi come i denti di un serpente velenoso. Pezzo dotato di un’intensità particolare, Dark Promises riesce a sprigionare un pathos epico veramente coinvolgente.

Ancora più veloce e aggressivo risulta essere Wounded Skies, con il quale i quattro corvi della tempesta portano il loro assalto blasfemo e maledetto. Demons viene aperta da un fugace arpeggio di basso, ma si tratta di un attimo, e si scatena l’inferno: il pezzo è di una violenza inaudita, ma nonostante la forza dell’impatto sonoro, la canzone riesce a mantenersi sempre all’interno di un preciso schema melodico. Anathems from Our Martyrs’ Graveland chiude il demo e spazza via qualsiasi dubbio sulla prova del combo milanese.

Buona prova Wounded Skies, che in diversi passaggi mi ha fatto venire in mente i primi Marduk, quelli di Those of the Unlight e Opus Nocturne per intenderci. Devo ammettere poi che gli Stormcrow hanno rappresentato per me una notevole sorpresa, con ottimo black metal diretto, tirato, possente e senza fronzoli, ma allo stesso tempo pulito, ben suonato e prodotto. Da ascoltare.

Tracklist:

01. Keeping the Serpent’s Path
02. Dark Promiese (Are Always Kept by Satan)
03. Wounded Skies
04. Demons
05. Anathems from Our Martyrs’ Graveland

Contacts:

D’Avola Giuseppe
Via Facchinetti, 6
20138 Milano (MI)

e-mail: stormcrow@simail.it

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