Recensione: Wrath and Ruin

Di Andrea Bacigalupo - 6 Aprile 2025 - 0:59
Wrath and Ruin
Band: Warbringer
Etichetta: Napalm Records
Genere: Thrash 
Anno: 2025
Nazione:
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82

Nuovo album per i californiani Warbringer: ‘Wrath and Ruin’ è il suo titolo, disponibile dal 14 marzo 2025 tramite Napalm Records.

La band fa parte di quell’ondata di giovani gruppi, come gli Havok e gli Evile (giusto per citarne un paio), che, nella prima metà degli anni 2000, è riuscita ad imprimere nuova forza e vigore al cuore di un Thrash Metal che, per quanto resistente, ne aveva alquanto bisogno.

Sono passati 21 anni da quando si sono fatti conoscere e pur non potendoli ancora definire ‘Vecchi Leoni’ la loro criniera comincia ad avere qualche filino grigio.

Un grigio che non è segno di vecchiaia, beninteso (da ‘Wrath and Ruin’ esce un ruggito possente e molto potente), ma indice di esperienza e maturità da parte di una band che, anche se ormai presenta solo due quinti dei musicisti degli esordi (Adam Carroll e John Kevill), è comunque affiatata e pressoché compatta dal 2018.

Wrath and Ruin’ è un album targato Warbringer al 100%, sparando fuori un Thrash feroce e compatto che pesca dalla Old Scholl sia della Bay Area sia tedesca, con riferimenti a Slayer, Exodus, Kreator e Destruction, con l’aggiunta di elementi Black e Death, quali blast beat d’assalto e linee di chitarre “zanzarose” maligne e ficcanti.

Vengono poi aggiunti elementi più contemporanei, come una voce Hardcore che, in alcuni momenti, si avvicina alle linee feroci del Metalcore ed anche alcuni tratti epici che danno allo scorrere dei brani un andamento quasi narrativo, una divulgazione prepotente del proprio stato d’animo.

Il risultato è un album ruvido e abrasivo, con qualche alto e basso, ma dai toni impassibili ed implacabili.

Il fronte d’assalto è costituito da pezzi veloci ed incisivi, tirati “lancia in resta” senza esclusione di colpi, se non durante le elaborate ed importanti fasi soliste che rimarcano la ricerca certosina di un sound sì feroce ma stratificato e corposo (‘The Sword and the Cross’, ‘A Better World’, ‘Strike From the Sky’ tra i brani più rappresentativi).

Non mancano episodi più sofferti e disturbanti, con ‘Neuromancer’, che procede scura e cadenzata prima di esplodere, oppure spettrali e malinconici come la ragionata ‘Through a Glass, Darkly’.

Infine, gli Warbringer, con ‘Cage of Air’, buttano lì qualcosa di più complesso e cangiante, dando al loro Thrash delle aperture Progressive intriganti ed esplosive. Il brano non è di facile assimilazione, però una volta che ci si entra dentro, prende bene.

Le versioni in digitale ed in doppio CD comprendono, oltre agli inediti, anche il live ‘Ravaging Europe 2023’, una serie di brani estratti da alcune date del Tour omonimo che gli Warbringer hanno affrontato con Evil Invaders e Schizophrenia (Budapest, Nantes, Monaco e Cracovia). La scaletta privilegia gli ultimi lavori ‘Weapons of Tomorrow’ e ‘Woe to the Vanquished’, ma anche gli album precedenti sono rappresentati da uno o due pezzi, dando così un’idea completa della potenza detonante che gli Warbringer sono diventati e soprattutto del valore che dimostrano sui palchi.

Concludendo, ‘Wrath and Ruin’ è un buon album e conferma la voglia degli Warbringer di andare oltre il concetto del Thrash Old School, mischiandolo con altre sonorità estreme ma anche epiche, cercando una fluida scorrevolezza per rendere tutto compatto ed aggressivo oltre che emozionale.

Assolutamente da ascoltare, compresa la parte live.

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