Recensione: Wrath of the Norsemen
Gli Amon Amarth sono giunti ormai a quel punto della propria carriera in cui in ci si gira a guardare la strada percorsa e si tirano le somme.
Dopo un EP, 5 album (a questo punto facciamo 6) e una carriera che ha visto un encefalogramma pressoché piatto fino a The Crusher e poi un’impennata spaventosa da Vs the World in poi, la prima cosa che viene in mente è che possono ritenersi decisamente fortunati ad aver incontrato una label come Metal Blade, che ha saputo riconoscere in loro la scintilla dell’arte e soprattutto una buona dose di ambizione.
Puntare quasi tutto su una band che nel periodo pre-Vs the World contava un seguito pressoché inesistente in patria e una misera base di fans in Germania (come da prassi) poteva essere visto come ben più di una scommessa, e invece la loro fiducia si è dimostrata ben riposta.
Che gli Amon avessero talento da vendere era già lampante dopo la doppietta Sorrow Throughout the Nine Worlds / Once Sent from the Golden Hall, e la loro ripetitività intrinseca infondeva sicuramente una certa fiducia in una label già famosa alla ricerca del proverbiale “botto”.
Ebbene, grazie a un’opera incessante di promozione, una serie di tour europei e nord-americani e una produzione dalle caratteristiche estremamente popolari (prodotti di qualità eccellente a prezzi competitivi), il botto è arrivato – forse con l’album sbagliato – e ha ripagato la Metal Blade portandola a vette di classifica fino ad allora mai raggiunte.
Uno dei punti cardine dell’esperienza Amon Amarth sono sicuramente i concerti: serrati e granitici, in ogni loro data portano sempre un pezzo di epoca vichinga di nazione in nazione, suscitando un entusiasmo che da tempo i fans del death metal aspettavano, quell’entusiasmo generato dalla contestualizzazione teatrale di una produzione musicale già ricca e ben assestata.
Un concerto degli Amon Amarth ormai è diventato un’esperienza da ammirare con gli occhi e con le orecchie: mentre i cinque vichinghi malmenano i propri strumenti tra ondeggiare di martelli di thor e battaglie inscenate a regola d’arte, il furore della passione penetra il pubblico superando anche i frequenti limiti tecnici delle apparecchiature utilizzate, che hanno proposto risultati a volte anche imbarazzanti come nel caso di Wacken 2004.
Tanta esuberanza è stata raccolta a metà di quest’anno in un triplo DVD, “Wrath of the Norsemen”, che si è abbattuto sul mercato con la consueta qualità Metal Blade. Confezione fiammeggiante rifinita d’oro con sleeve di cartone, tre DVD affiancati e credits a profusione per uno dei pochissimi DVD esistenti nell’ambito del Viking Metal.
I contenuti sono sbalorditivi: ben sette ore e mezza di live senza intervalli suddivise in cinque manifestazioni differenti e corredate da un breve e confuso medley di spezzoni di backstage sulla cesura del primo DVD.
La loro discografia viene ripercorsa quasi integralmente, e sono presenti delle vere e proprie chicche nella forma di canzoni che non vengono praticamente mai proposte in sede live.
Dopo una presentazione scarna e molto funzionale, gli scontri si aprono con il DVD forse migliore della trilogia, il Live al Music Hall di Colonia del 16 agosto 2005.
Per il sottoscritto l’esperienza è stata equiparabile a una specie di infarto, e per spiegarlo devo aprire necessariamente una nota personale, e da vecchio fan concedetemi questa piccola divagazione.
Come molti sanno, gli Amon Amarth rappresentano la band che ho sempre preferito sulle altre fin dal giorno in cui è stato pubblicato quel capolavoro inconcepibile di Once Sent from the Golden Hall. La mia canzone preferita degli Amon Amarth, nonché attualmente la mia preferita del metal in assoluto, è proprio Amon Amarth – una travolgente e poetica cavalcata di otto minuti che ho ascoltato fino a farmi sanguinare le orecchie. Per me è sempre stata una sofferenza non riuscire mai a vederla in sede live, e mi ero già messo l’anima in pace perché mi rendevo conto che non era esattamente una canzone da headbanging, pur avendo un passaggio centrale da vero caridopalma.
Così mi sono sempre ripromesso che avrei visto Amon Amarth dal vivo almeno una volta prima di morire, a costo di affittare la band e farla suonare in cucina. Questo finché non sono diventati talmente famosi da ridurre le mie speranze a un lumicino. Poi è giusto Wacken del 2006, e come ogni volta prima dell’inizio di un loro concerto, ho invocato tutti gli dei perché iniziassero a suonare proprio Amon Amarth.
Quante cellule cerebrali avrò bruciato in un istante quando, nel buio della notte, le casse di fronte al palco hanno iniziato a intonare proprio l’arpeggio di Amon Amarth? Quei lunghi secondi probabilmente li pagherò per il resto della vita – era come se qualcuno avesse ascoltato le mie invocazioni, ed è in momenti simili che un fan raggiunge la simbiosi perfetta con la propria band favorita.
Così iniziò il mio calvario infinito, attendendo l’attacco reale di Amon Amarth, che invece portò a Death in Fire – e non ad Amon Amarth; allora mi sono chiesto – perché una canzone il cui riff è giudicato talmente esemplare da essere trasformato addirittura nella loro intro ufficiale, non viene mai suonata nei live? Con questa mistura di frustrazione ed emozione, inizia trionfalmente il primo DVD di Wrath of the Norsemen.
Una lunga intro orchestrale basata sul riff di quella settima gemma di Once Sent from the Golden Hall, quindi l’esplosione di “An Ancient Sign of Coming Storm”. A quel punto il massacro è totale, continuo, e mediante un sapiente – seppur eccessivo – utilizzo di una gran quantità di inquadrature, il quintetto svedese in gran forma sforna un continuo di canzoni tratte da questo e quell’album, con prestazioni degne di nota nel caso di “Annihilation of Hammerfest”, “Vs the World”, “Bastards of a Lying Breed” e momenti un po’ di stanca (sempre più frequenti da parte di un Hegg non proprio al top durante i live molto lunghi) come nel caso di “Bloodshed”, “Victorious March” e ahimé, proprio la mitica “Amon Amarth”, leggermente rimaneggiata (come anche altre canzoni di questo stesso concerto) ma pur sempre di grande impatto.
La qualità audio, grazie a un rimaneggiamento professionale e all’inclusione del dolby 5.1, è ottima e sembra di essere lì tra la folla tonante.
Naturalmente degna di nota è l’intromissione degli Jomsviking, un gruppo svedese di ricostruzioni storiche che sono stati assoldati apposta per l’evento e che hanno inscenato una lunga battaglia attraverso l’intero stage, a colpi di spade e scudi, preoccupatisi persino di costruire una specie di progressione di eventi che vede la riduzione dei componenti sul palco e la morte di alcuni di essi.
Per alcuni potrebbe risultare pacchiano, ma così non sarà per qualunque fan degli Amon Amarth che si rispetti. In sei album la band ha sempre incentrato la propria produzione sulle guerre, sulle battaglie, sui vichinghi vittoriosi in questa o quella vicenda, sui riti sacri pagani e su tutto ciò che riguarda lo spargimento di sangue e la fierezza del popolo del nord, con una convizione e una concentrazione di tematiche che poche band possono vantare. E tra settanta canzoni che raccontano battaglie come fossero saghe, non c’è niente di più appropriato di una rappresentazione reale di uno scontro per placare la sete di violenza degli spettatori. Il tutto, ovviamente, estremamente soddisfacente e ripetuto con successo al Wacken del 2006.
A conclusione del DVD c’è un breve montaggio di scene di vita quotidiana degli Amon Amarth prima e dopo alcuni dei loro concerti in Germania: attraverso queste scene che non possono non incuriosire anche il fan meno convinto, si percepisce l’umiltà ancora non perduta di cinque ragazzi che tutto sommato hanno ancora i modi di fare di gente di campagna, dalla goliardia un po’ impacciata e da una certa voglia di divertirsi con poco; si nota anche la follia endemica di Olli – che già traspare a sufficienza dalle sue foto stampate nei vari libretti degli album – e la velata tracotanza del batterista Fredrik Andersson, un personaggio che non mi ha mai personalmente convinto fino in fondo da quanto ha rimpiazzato quel mostro di tecnica di Martin Lopez, probabilmente uno degli ingredienti chiave di quel capolavoro che è Once Sent from the Golden Hall.
Tutto è rigorosamente in inglese, con brevi tratti a presa diretta in tedesco e svedese, e ovviamente il tutto è senza sottotitoli, il ché deluderà un po’ i meno anglofoni tra i loro fans. Per fortuna, una sostanziosa intervista a un membro dello staff di Metal Blade è stata interamente sottotitolata, ed è un bene perché comunica alcune informazioni e riflessioni da non perdere.
Secondo DVD: (Recensione a cura di Allfodhr)
Live at Summer Breeze festival – 18.08.2005
A due giorni di distanza dal concerto a Colonia gli Amon Amarth si trasferiscono al Summer Breeze ad Abtsgmünd come headliner. È molto interessante vedere come anche qui il pubblico sia piuttosto partecipe nonostante l’ora tarda e la ‘fiacchezza’ della band che ad ogni concerto trascina il pubblico con “Oden, guide our ships…” o annunciando “Masters Of… Masters Of…”, quasi in attesa di una risposta del tipo “…Puppets” invece che “…War” per svegliare un po’ la folla.
Durante il concerto vengono riproposte le canzoni più ‘classiche’ che fanno parte degli album Versus The World e Fate Of Norns, oltre a “Masters Of War” e “Releasing Sustur’s Fire” da The Crusher. Al suono della potente voce di Johan Hegg (“Are you ready to march with us?”) viene introdotta l’immancabile “Victorious March”, vero e proprio cavallo di battaglia del gruppo svedese.
Risulta impossibile non paragonare lo show di Colonia con il Summer Breeze. La scaletta è la stessa, seppur nettamente più corta rispetto al primo dvd, ma il risultato è diverso: dopo aver dato il 100% per la registrazione a Colonia la stanchezza nei 5 vichinghi si fa sentire, in particolar modo “Pursuit Of Vikings” tende a zoppicare un po’ tra le incertezze vocali di Hegg.
Senza dubbio un concerto che avrebbe potuto dare molto di più in termini di spettacolarità
Live at the Metal Blade RRROOOAAARRR, Lka, Stuttgart– 02.10.2005
La seconda parte del dvd contiene il concerto per il decimo anniversario della Metal Blade Europe, una vera e propria chicca. Se negli altri show presenti in questo live si sentiva la mancanza delle canzoni che hanno reso grande questa band, il Metal Blade Rrroooaaarrr non lascia l’amaro in bocca. Gli Amon Amarth concedono al pubblico delle rarità da palcoscenico, canzoni che difficilmente verranno proposte nuovamente live e che sicuramente ai fan più accaniti farà molto piacere ascoltare come “Sorrow Throughout The Nine Worlds”, “God His Son And The Holy Whore”, “Burning Creation” e la potentissima “Thor Arise”, una delle prime canzoni sfornate dal gruppo. Interessante la cover dei Six Feet Under “Revenge Of The Zombies”, dove per l’occasione Mike Trengert (il boss della Metal Blade Germany) e Brian Slagel (leggendario fondatore della Metal Blade Records) salgono sul palco, entrambi molto impacciati ma in grado di regalare un’esibizione che non manca di strappare qualche sorriso.
L’esibizione a Stuttgart impreziosisce non poco “Wrath Of The Norsemen” sia per la scaletta sia per l’atmosfera nostalgica che si respira per tutta la prima parte dell’esibizione
A confronto con lo show di Colonia il secondo dvd non regge paragone per quanto riguarda la qualità delle immagini e del suono: pur trovandoci di fronte ad un’immagine nitida, le telecamere a disposizione del gruppo sono in numero nettamente inferiore, sia al Summer Breeze che al Metal Blade Rrroooaaarrr. Piccola ed insignificante pecca quando ci si trova di fronte a due show godibilissimi come questi.
Nonostante sia il primo dvd ad essere sotto la luce dei riflettori il secondo disco merita molto di più di una semplice occhiata furtiva. Il range di canzoni suonate è molto ampio, spazia dal primo demo Thor Arise fino all’ultimo album Fate Of Norns e può solo far piacere rivisitare la loro discografia ‘dal vivo’, sentendo tutte le piccole variazioni che solo live ci si può concedere.
Dopo quest’intervento di Allfodhr, che condivide con me (e con molti altri, a quanto sembra) la maniacale passione per i cinque pasani svedesi, andiamo a esaminare il terzo DVD, il più corto, che racchiude i due concerti più vecchi, ovvero l’esibizione al Wacken 2004 e il release show di Fate of the Norns realizzato al Rockfabrik di Ludwigsburg il 5 settembre dello stesso anno.
Dell’esibizione wackeniana è già stato raccontato a sufficienza: di fronte a un pogo francamente eccessivo, gli Amon Amarth calcano il palco alle tre passate di mattina, dopo due giorni passati sotto un sole infernale e un’intera giornata in preda all’alcool e a un tour de force massacrante di band di ogni tipo. Questo è forse il punto più basso di tutta la trilogia: i suoni sono impastati, la band stanca e la prestazione non proprio eccezionale; tuttavia le telecamere indugiano di più sulla band, rendendo l’esperienza un po’ meno traumatica dei continui cambi di inquadratura offerti nel montaggio del Music Hall di Colonia, che assomigliava quasi a un concerto sugli standard di MTV, tanti erano gli stacchi frenetici, le sovrapposizioni, le falcate e le panoramiche. Termina in bellezza l’esibizione in onore dell’uscita di Fate of the Norns, primo di tre concerti speciali tenuti a prescindere dai tour e apprezzati dagli astanti che si sono visti consegnare un CD speciale in tiratura limitata. Anche qui il montaggio è professionale, un vero peccato per le scarse sortite delle telecamere sul pubblico, mancanza sofferta per gli amanti del “c’ero anch’io”, che rappresentano poi una buona fetta degli acquirenti dei DVD live.
In sostanza questo triplo DVD rappresenta la realizzazione del sogno di ogni fan degli Amon Amarth. Cinque concerti allo stato brado a un prezzo che oscilla tra i 23 e i 27 euro; sette ore di registrazione in presa continua e una carica di canzoni senza respiro, scevre da fronzoli e orpelli grafici. Solo musica, un terremoto di musica per chi non ha mai avuto la fortuna di vederli e per chi ha avuto questa fortuna e vuole riviverla tra le mura della propria abitazione.
Certo che da quando emettevano gli inviti ai loro concerti centellinati dispersi in Europa, dove non si presentavano mai più di 50 persone, i cinque vichinghi sono cresciuti, e speriamo continuino a farlo nel modo più clamoroso possibile.
TRACKLIST:
DISCO 1
LIVE MUSIC HALL, COLONIA, GERMANIA – 8/16/2005
1. “INTRO”
2. “An Ancient Sign Of Coming Storm”
3. “Pursuit Of Vikings”
4. “Ride For Vengeance”
5. “Masters Of War”
6. “The Last With Pagan Blood”
7. “Once Sealed In Blood”
8. “Bastards Of A Lying Breed”
9. “1000 Years Of Oppression”
10. “VS. The World”
11. “North Sea Storm”
12. “Releasing Surtur’s Fire”
13. “Annihilation Of Hammerfest”
14. “Friends Of The Suncoss”
15. “Bloodshed”
16. “Amon Amarth”
17. “For The Stabwounds In Our Backs”
18. “Where Silent Gods Stand Guard”
19. “Bleed For Ancient Gods”
20. “Victorious March”
21. “Death In Fire”
– Spezzoni dal Backstage
DISCO 2
LIVE AT SUMMER BREEZE FESTIVAL – 8/18/2005
1. “Intro”
2. “An Acient Sign Of Coming Soon”
3. “Pursuit Of Vikings”
4. “Masters Of War”
5. “Fate Of Norns”
6. “1000 Years Of Oppression”
7. “Vs The World”
8. “For The Stabwounds In Our Backs”
9. “Victorious March”
10. “Death In Fire”
LIVE AT THE METAL BLADE RRROOOAAARRR – 10/2/2005
1. “Sorrow Thoughout The Nine Worlds”
2. “Dragons Flight Across The Waves”
3. “God His Son and Holy Whore”
4. “The Sound Of Eight Hooves”
5. “Thor Arise”
6. “Fall Through Ginningagap”
7. “Burning Creation”
8. “And Soon The World Will Cease To Be”
9. “Valkyries Ride”
10. “Pursuit Of Vikings”
11. “Beheading Of A King”
12. “Revenge Of The Zombie (SFU Cover)
13. “Death In Fire”
DISCO 3
LIVE AT WACKEN OPEN AIR – 2004
1. “Victorious March”
2. “For The Stabwounds In Our Backs”
3. “Where Silent Gods Stand Guard”
4. “The Sound Of Eight Hooves”
5. “Avenger”
6. “Death In Fire”
7. “Pursuit Of Vikings”
8. “Bastards Of A Lying Breed”
9. “Masters Of War”
10. “Vs The World”
LIVE IN LUDWIGSBURG, GERMANY:
1. “For The Stabwounds In Our Backs”
2. “Vs The World”
3. “Masters Of War”
4. “North Sea Storm”
5. “Thousand Years Of Oppression”
6. “Bloodshed”
7. “The Last With Pagan Blood”
8. “An Ancient Sign Of Coming Soon”
9. “Pursuit Of Vikings”
10. “Fate Of Norms”
11. “Once Sealed In Blood”
12. “Death In Fire”
13. “The Sound Of Eight Hooves”
14. “Bleed For Ancient Gods”
15. “Where Silent Gods Stand Guard”
16. “Victorious March”