Recensione: Wrong Address
La proposta dei neonati Prayer è facilmente etichettabile in un contesto di purissimo vecchio AOR, in piena sintonia con le sonorità anni 80, in un festoso susseguirsi di gioviali melodie, mai troppo complicate. Inutile nascondere le influenze piuttosto consistenti di gruppi come Europe, Boston, Myon o GTR, ma è anche vero che, nonostante questo debutto non porti con sé tratti d’originalità marcata, abbia comunque dalla sua un set di brani incisivi e di gradevole ascolto, che scorrono via con buona personalità. L’impostazione è chiaramente tastieristica e ne consegue un uso piuttosto soffuso del guitar-sound, mai troppo roccioso e invadente. La voce del singer poi, anche se in generale non offre una potenza straordinaria, si dimostra ben amalgamata all’ambiente circostante, armonioso e ben calibrato, grazie ad una produzione di ottimo livello, che mette in evidenza uno splendido drumming sempre carico e preciso.
Quello che purtroppo non convince appieno è la qualità di alcuni brani che viaggiano su binari fin troppo scontati e non offrono nulla alla causa, mentre al contrario, a tenere alta la bandiera dei Prayer, vi sono una manciata di tracce davvero stupende che meritano di essere inserite nella tracklist dei vostri viaggi più lunghi. E mi riferisco in particolare all’effervescente “I’ve Been Loving You“, che a fronte di un sound compatto e graffiante si lancia in un chorus zuccheroso e immediato che non faticherà ad entrarvi in testa, ma anche ad “Anyone With A Broken Heart“, altra potenziale hit single, frizzante e dotata di un refrain di ottima presa. Queste due songs costituiscono l’ossatura di una generosa prima parte del cd, che, oltre alle già citate, presenta altre due buone performance nella ruvida “Running Wild In The Night“, il cui riff iniziale mi ha ricordato addirittura i Nirvana, anche se poi il brano si muove su coordinate completamente hard rock e non ha nulla a che spartire col grunge di Kobain, e l’ariosa “Road To Freedom“, che, introdotta da tocchi “hawaiiani”, sviluppa dolci melodie e raffinati stacchi elettrici. Invece non mi convince pienamente l’opener “Secret Of The Night“, track veloce ed aggressiva, che ho trovato però troppo prevedibile. Nella seconda parte del disco vi sono sicuramente più falle, ma a tenere a galla la nave ci pensano comunque la pimpante “He Never Gave It All“, titolare di un gran tiro a livello ritmico, di un favoloso solos chitarristico e dell’ennesimo spettacolare ritornello, e la saltellante “Main Attraction“, simile nell’incedere alla precedente e ugualmente ispirata nel feeling solistico. Discreta anche la potentissima “Who Wants To Be Free Again?“, la song più hard dell’intero lotto, che nella parte centrale si produce addirittura in un assolo ai limiti del neoclassico. Episodi di dubbio valore si rivelano invece “End Of Time“, “I Want You” e la conclusiva “Caught In The Crossfire“, troppo standardizzate e prive di mordente.
In conclusione, a parte i suddetti momenti di “stasi” compositiva, Wrong Address è un debutto coi fiocchi per questi finlandesi volanti, che dimostrano di saperci fare con un AOR di facile comprensione, riuscendo a costruire spesso e volentieri composizioni fresche e piacevolmente dinamiche.
Tracklist:
1. Secrets Of The Night
2. I`ve Been Loving You
3. Road To Freedom
4. Running Wild In The Night
5. Anyone With A Broken Heart
6. End Of Time
7. He Never Gave It All
8. I Want You
9. Who Wants To Be Free Again?
10. Main Attraction
11. Crossfire