Recensione: WTFortyfive?
What The Fuck! Fortyfive?
Che cazzo! 45?
Il titolo del quattordicesimo album delle ex (ex?) quattro ragazze terribili dell’heavy metal britannico nasce da un’espressione senza filtri di sorta della chitarrista Jackie Chambers nel momento in cui ha realizzato mentalmente, quasi con incredulità, che le Girlschool sono in giro a far casino sin dal 1978.
Della primissima formazione sono rimaste in due, e già quello, di per sé, è un ottimo risultato: la batterista Denise Dufort e la cantante/chitarrista Kim McAuliffe. La formazione si completa con la bassista Tracey Lamb, ex Rock Goddess, già con le ‘Schools in vari periodi negli anni Ottante e Novanta e dal 2019 in pianta stabile nel gruppo.
Otto lunghi anni sono passati dall’ultimo album Guilty As Sin e, a confermare quanto tengano McAuliffe & Co. al nostro Paese in termini recenti si registrano i loro concerti al Rock The Castle di Villafranca (VR) e alla Festa Bikers di Cologno Al Serio dello scorso anno. Non a caso Denise Dufort appare nelle foto accompagnatorie di WTFortyfive? proprio con indosso la T-Shirt ufficiale della Festa Bikers.
Licenziato dalla Silver Lining Music il disco ricomprende dodici pezzi per quarantadue e rotti minuti di musica in pieno stile Girlschool: metallo sferragliante senza tante menate di sorta. La confezione digipak a due ante che lo alloggia si accompagna a un libretto di sedici pagine con tutti i testi e una bella foto della band nelle due centrali. Ottima l’idea della copertina ma peccato mortale per come sia stata realizzata, palesemente taroccata al computer, tanto da far risaltare in modo evidente quanto sia falsa la scritta “Girlschool”. Uno scivolone incredibile, dal momento che quel giubbotto borchiato Girlschool esiste per davvero, bastava fotografarlo per bene e riproporlo per la cover.
WTFortyfive? dalla sua ha un pregio non da poco: rifugge l’idea e il concetto dell’album fotocopia, cosa accaduta in altre occasioni nel passato delle inglesi, peraltro con risultati altalenanti. Pur non essendo una band che ama particolarmente frequentare gli studi di registrazione evidentemente gli otto anni trascorsi dal disco precedente hanno prodotto effetti positivi.
Le canzoni suonano fresche, il metallo sferragliante sopracitato che da sempre le contraddistingue sgorga che è un piacere e in più frangenti il facile ritornello tipico del loro songwriting si stampa nella capoccia e inizia a ronzarci per ore. Un ottimo segnale, di questi tempi, ove abbondano dischi dalla durata infinita che, anche se fatti bene, alla fine lasciano poco o nulla che si ricordi per davvero.
“It Is What It Is”, “Cold Dark Heart”, e “Into The Night” sono stilettate vergate dalla giusta dose di melodia nei cori totalmente in linea con la tradizione Girlschool, “Are You Ready?” ricomprende la presenza del chitarrista degli Alcatrazz Joe Stump in qualità di special guest e si risolve in uno degli highlight di WTFortyfive? Fuoco e fiamme sul finale grazie alla cover di “Born To Raise Hell” dei Motörhead con ospiti di lusso quali Biff Byford dei Saxon alla voce (in formissima) e l’accoppiata formata da Phil Campbell (ex Motörhead, chitarra) e Duff McKagan (Guns N’ Roses, basso) per il giusto e doveroso tributo al grande e indimenticato Ian Fraser Kilmister detto Lemmy.
Nulla da aggiungere, ragazze, i vostri primi quarantacinque anni sono stati celebrati in maniera adeguata, chapeau Girslchool!
Stefano “Steven Rich” Ricetti