Recensione: Wunderkammer
Se nell’esordio A Dream of Fantasy del 2021, che purtroppo non conosco, si avvalevano della collaborazione dell’indimenticabile Ken Hensley, i musicisti veronesi tornano sul mercato con il nuovo Wunderkammer (Andromeda Relix) nel quale dimostrano, giustificano e valorizzano la stima che la mente degli Uriah Heep aveva per loro.
Infatti, alle ovvie influenze del gruppo di Hensley, i nostri aggiungono abbondanti dosi di rock melodico a là Magnum, pur rimanendo comunque assai personali nella composizione in virtù di incipit epico progressivi di chiara matrice vintage di scuola italiana anni ’70. Se l’iniziale “Gorgon” è micidiale hard rock sorretto dal rifferama color porpora di Silvano Zago, ottimo pure alla solista, la seguente “Some Kind of Poet” si ammanta di squisite digressioni melodic and bluesy, grazie alle liquide keyboard di Simone Bistaffa, splendido protagonista pure in “Endless Run“, struggente hard and slow track arricchita da cori e ficcanti solo guitar.
Andrea Vilardo alle voci è comunque sempre perfetto contraltare della premiata ditta Zago/Bistaffa dimostrando tutto il suo valore nella composita e grintosissima “Man of Many Tricks“, che al dolce refrain contrappone esplosioni hard and blues che si sublimano nell’epico e frizzante finale, mentre l’assai dinamica “Golem” è perfetta sintesi fra Hard, spunti epic/progressive e solenni aperture sinfoniche ancora appannaggio di Simone, che si sublima nella seguente “Just a Feeling” mettendo comunque in evidenza il lato hard and blues del sound.
“It Happened in the Woods” è impreziosita dal duetto piano and vocals che la introducono, prima dell’irrompere hard and epic della chitarra invano contrastata dalle keyboard per un eterno duello che trova la sua catarsi nell’hard rock prorompente di “Born Liars” seguente a ruota dall’ancor più granitica “Green Eye” che ne accentua la componente epico/sinfonica che sale al proscenio nella conclusiva “Coda….Entering the Wonderkammer“.
Da segnalare l’ottima prova complessiva della sezione ritmica composta da Francesco Dalla Riva, bass and vox e Walter Mantovanelli on drums, la produzione del sempre perfetto Fabio Serra (Opal Arts studios) e la spettacolare grafica ad opera del leggendario Rodney Matthews (Magnum, Asia…).
Insomma, pur nel suo essere derivativo, e non poteva essere altrimenti, Wunderkammer è gradevolmente vintage e assai piacevole da ascoltare, grazie alla magistrale perizia con cui è stato composto ed eseguito!
Ulisse “UC” Carminati