Recensione: X
Due linee che si intersecano come la fusione di più entità: la ics, il numero dieci, come sigillo non è per tutte le band. Gli Spock’s Beard marchiano a fuoco il loro decimo capitolo in studio, dopo quattro anni dal predecessore. In questi anni un’intensa attività dal vivo ha permesso al gruppo di pubblicare Live [DVD], confermandolo come una delle più interessanti realtà prog in circolazione.
La gestazione di X è cominciata con l’annuncio sul sito ufficiale che invitava i fan a pre-finanziare il disco (formula adottata già da alcune band) in vista di un’autoproduzione. In tempi di piena crisi economica gli Spock’s Beard hanno deciso di rendere parte attiva l’ascoltatore alla realizzazione del disco. Un modo anche per responsabilizzare chi scarica musica selvaggiamente, noncurante di rendersi parte di un processo distruttivo dell’Arte. Questa strategia funziona: lo dimostra già il fatto stesso che stiamo parlando dell’album e i fan che hanno aderito verranno ringraziati inusualmente come vedremo.
Con X la band post-Morse raggiunge un equilibrio tra passato e presente portandosi in avanti nell’evoluzione stilistica. La forma-canzone viene abdicata a favore di minutaggi corposi e ricchi di soluzioni brillanti. È incredibile la capacità che ha questo album di scorrere fluido, lasciando il segno in ogni brano. Qualunque traccia può essere ricordata per questo o quel motivo, mai scontato; riascoltando il disco vengono alla luce nuove sfumature che lanciano gli Spock’s Beard sull’Olimpo del prog. Il quartetto americano è particolarmente legato alle sonorità settantiane e spesso ne rievoca le atmosfere con eleganza; non si tratta di riproporre semplicemente delle idee ma di seguire un processo compositivo che si spinge oltre, acquisendo esso stesso potere didattico. Considerando le menti che stanno dietro a questa opera non c’è da stupirsi di questo risultato: Nick D’Virgilio, più ispirato che mai, si riconferma uno dei migliori batteristi sulla piazza, oltre che un ottimo cantante. Il suo drumming è intriso di fascino, quello che ammanta ogni batterista capace di far vibrare lo strumento piuttosto che percuoterlo. Dave Meros è il congruo compagno alla sezione ritmica, efficace nell’emozionare in ogni sua sorprendente performance. A seguire Alan Morse (chitarre) e Ryo Okumoto (tastiere) creano partiture mai banali, diversificandole nello stile e fondendole pregevolmente nel contesto sonoro. A proposito si potrebbe menzionare ogni brano del disco; dal rock al jazz di The Emperor’s Clothes, dai ritmi latini alla maestosa galoppata verso scenari western (tipicamente cinematografici) di Jaws of Heaven. La strumentale Kamikaze, di scuola Rush, è la composizione più breve ma anche intensa sia dal punto di vista di mordente esecutivo sia di ispirazione. Impossibile non citare From The Darkness, suddivisa in quattro parti in cui ognuna di esse racchiude un piccolo capolavoro. Their Name Escape Me è una bonus track per l’edizione limitata nonché il ringraziamento della band verso i fan che hanno finanziato la produzione. Lungo la durata del pezzo viene letteralmente cantato il nome di ogni persona che ha aderito all’iniziativa (e non un semplice elenco) sostenuto da musica sopraffina, 100% Spock’s Beard. Questi sono solo piccoli input all’ascolto di brani lunghi, non complessi, ma che convogliano molta perizia sotto ogni aspetto; non ultima nella produzione che risulta brillante e potente.
A parere di chi scrive X è il miglior lavoro dalla dipartita di Neal Morse, la prova che sancisce definitivamente la formula: divisi e interessanti ognuno a proprio modo (Morse e gli Spock’s Beard). In un 2010 ricco di novità succulente in ambito prog, X non può mancare nella collezione di appassionati del genere e non. La sintesi e l’audace proposta di una band in stato di grazia, e speriamo così ancora per molto.
Antonio “kunstwollen” Guida
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Tracklist:
01. Edge Of The In-Between
02. The Emperor’s Clothes
03. Kamikaze
04. From The Darkness
– l: The Darkness
– ll: Chance Meeting
– lll: On My Own
– lV: Start Over Again
05. The Quiet House
06. Their Names Escape Me
07. The Man Behind The Curtain
08. Jaws of Heaven
– l: Homesick For The Ashes
– ll: Words Of War
– lll: Deep In The Wondering
– lV: Whole Again
Lineup:
Nick D’Virgilio – Drums, Vocals, Additional Guitar
Alan Morse – Guitars, Vocals
Ryo Okumoto – Keyboards
Dave Meros – Bass, Vocals, Additional Keyboards
John Boegehold – Additional Keyboards
Jimmy Keegan – Backing Vocals
French Horn: Danielle Ondarza (2,6,7,8)
Trombone: Dennis Jiron (2,6,7,8)
Strings performed by The Section Quartet (1,2,6,8)
Violin: Eric Gorfain, Violin: Daphne Chen,
Viola: Lauren Chapman,
Cello: Richard Dodd
String and horn arrangements by: John Boegehold (1,6,8) and Alan Morse (2,7)
copyist: Kaylene Peoples (2,7)