Recensione: Xgotten Room
I pacchi che ci metton mesi per compiere tragitti di pochi chilometri grazie alle poste sembran spesso leggende metropolitane. E’ invece il caso di questo “Xgotten Room” degli Innertheatre che a me è finalmente giunto dopo settimane e settimane dalla spedizione, quando ormai, sinceramente, lo davo definitivamente per perso.
Gli Innertheatre nascon a Parma nel 2005, inizialmente l’intenzione era di rimettere in piedi un precedente gruppo in cui suonavano i fondatori, poi, vedendo che il sound e lo stile delle composizioni stavano andando verso un’altra direzione, anche a causa dei vari cambi di line-up, si decise di puntare verso qualcosa di nuovo. Questo “Xgotten Room”, registrato nel giugno del 2007, rappresenta il primo tentativo, di questo giovane gruppo, di incidere i propri risultati .
Se dovessimo basarci solo sul titolo e sulla copertina, questo demo lascerebbe presagire forti influenze elettroniche e nu, in realtà queste sonorità compaiono solo a sprazzi e comunque sempre inserite in una base rock oriented che strizza piuttosto l’occhio al metal e al pop. La song di apertura è forse uno dei brani più esemplari sotto questo punto di vista. La voce della cantante tiene la scena piuttosto bene con un tappeto di chitarre, basso e batteria molto bassi e cupi, oltre alle tastiere a cui viene delegato di tessere qualche passaggio maggiormente sinfonico. Sempre la voce, filtrata e parlata, ha invece il compito di creare gli effetti elettronici/nu.
Il risultato è orecchiabile, anche grazie al ritornello che si ricorda subito. L’effetto globale è però che manchi qualcosa che possa permettere alla canzone di decollare.
Più aggressiva la successiva “Shivered” che spinge maggiormente su chitarre, basso e batteria e lascia da parte momentaneamente le parti elettroniche. Gli interventi della voce maschile però sembrano un po’ posticci e leggermente fuoriluogo.
In generale questo è un piccolo problema che si ripresenta per tutta la durata del cd. Ogni canzone soffre di piccoli particolari fuori posto, dissonanti e discordanti dal resto del brano che rovinano, a volte anche pesantemente, l’effetto globale non solo della canzone, ma del demo nella sua interezza.
Elementi di pregio si ritrovano invece nella voce della cantante Fran e in qualche passaggio di chitarra. La voce della singer è spesso al centro dell’attenzione grazie a ballad come “Even Though” e “Surrounded” che ne mettono in luce le peculiarità e la bravura. La sensazione di “già sentito” però è sempre dietro l’angolo e, a discapito delle capacità dei singoli, ora un rimando agli Evanescenze, ora ai Lacuna Coil o alla Tarja Turunen solista, relega questa band nel novero dei gruppi che seguono l’onda senza inventare nulla di nuovo.
Per concludere gli Innertheatre realizzano un primo demo con molti punti di interesse che, se sviluppati a dovere, potrebbero portarli a conseguire degli ottimi risultati. Purtroppo la mancanza di esperienza e di una certa maturità e originalità nel songwriting li porta, per il momento, a non mettere ancora tutti i tasselli al posto giusto. Confidiamo nel futuro per una crescita all’altezza delle aspettative.
Tracklist:
01 TYA
02 Shivered
03 Beyond My Hope
04 Time Has Gone
05 Even Though
06 Xgotten Room
07 Morning Sun
08 Surrounded
Alex “Engash-Krul” Calvi