Recensione: Xplode
Nell’heavy metal ci sono due categorie di musicisti, i “colti” e gli “smazzuolatori”. I primi vanno a caccia della soluzione innovativa e di uno stile personale, mentre i secondi pensano solo ed esclusivamente a “pestare” come dei matti per colpire poi con qualche ritornello di facile presa. Ecco, i Twyster fanno parte di questa seconda grande famiglia, e dopo “Lunatic Siren” del 2002 che li vedeva alle prese con oggettivi problemi di maturità, li ritroviamo oggi con questo nuovissimo “Xplode”, che già dal titolo lascia presagire le loro intenzioni.
In qualche modo lo stile ricorda quello degli Warlock di Doro Pesch, anche per la presenza di una female singer, la brava Coco che risulta dotata di un timbro perfetto per il sound corposo e rabbioso dei tedeschi. La maggior parte dell’album viaggia infatti su ritmi molto sostenuti, con la doppia cassa di Andres Ruiz spesso e volentieri a manetta ed il riffing di Ralf Jahnel sempre graffiante e preciso. La produzione è essenziale ma pulita e rende giustizia al discreto lavoro attuato in fase compositiva dal bassista Oliver Emde, creatore di quasi tutti pezzi di “Xplode”. I brani si susseguono in maniera piacevole e si lasciano ascoltare più volte senza stancare, merito anche di qualche track davvero riuscita e di una scaletta scelta con perizia ed equilibrio. Inoltre nessuna canzone supera i 5 minuti e questo permette una certa scorrevolezza, senza quella fastidiosa sensazione di noia che spesso attanaglia molti dischi più ambiziosi. Nonostante tutte queste qualità però, ho l’impressione che i Twyster abbiano fatto il massimo, ovvero che il lavoro in questione sia formalmente perfetto, ma che forse più di tanto questi ragazzi non possano dare. Le composizioni infatti sono belle, ma sempliciotte, e tutti gli elementi sembrano al posto giusto, ma allo stesso tempo rivelano un songwriting non certo stellare. Comunque apprezzabili gli sforzi profusi dai Twyster che mostrano il loro lato migliore in episodi veloci come l’opener “The Fury”, biglietto da visita che rende perfettamente l’idea del sound proposto dalla band, o come la furiosa “Storm Is Back”, titolare di un refrain davvero ottimo. Anche la title track in questo senso piace e convince, grazie al chorus diretto e coinvolgente. Per il resto qualche altra mazzata speed come “Dying Eyes” o “Never Die”, in cui fa capolino anche l’immancabile riffone in pieno Helloween-style, e alcuni mid-tempo di discreto impatto fra cui spiccano “Push Me Down” e la classicissima cavalcata heavy “Side By Side”. L’unico momento di vero relax lo troviamo con “Follow The Storm”, ballad di grande intensità, giocata sulla calda interpretazione di Coco che anche stavolta dimostra di saperci fare e rende giustizia alla splendido tappeto melodico creato dal pianoforte.
In conclusione possiamo dire che si tratta di un’uscita non certo imprescindibile, ma che sicuramente non sfigura nei confronti di tante altre acts maggiormente pubblicizzate. I Twyster fanno il loro onesto lavoro di metallari, senza ostentare chissà quali raffinatezze, e sinceramente mi sento di promuovere la loro purezza d’intenti.