Recensione: XXX
I Rain sono senza dubbio uno dei gruppi più longevi del panorama heavy metal tricolore; sebbene la loro discografia non sia enorme, sette dischi dalla loro fondazione all’inizio degli anni ’80 a oggi, hanno saputo conquistare il cuore di schiere di fan sia in Italia sia all’estero. Instancabili dal vivo, sono celebri per la loro inesauribile voglia di salire sul palco, per prendere parte a spettacoli all’insegna del più puro e assoluto rock’n’ roll; anche grazie a questa energia, hanno avuto modo di calcare le scene con artisti del calibro di Paul di Anno, U.D.O. e Wasp.
Per festeggiare degnamente trent’anni di onorata carriera, hanno realizzato questo album celebrativo che esemplifica la filosofia di vita del gruppo già dall’ammiccante doppio senso contenuto nel titolo. Solo una delle tredici canzoni contenute all’interno del disco è inedita, tutte le altre sono brani già presenti nelle precedenti uscite della band, riprese, riviste e rivissute. Una rivisitazione che cerca di fondere la musica degli anni ’80 alle sonorità più moderne, portando avanti una scelta indubbiamente coraggiosa.
Vista l’intenzione re-interpretativa e revisora, cercherò, per quanto possibile, di non rapportare i brani contenuti nel disco con gli originali, ma di valutarli nella loro forma attuale. L’apertura dal vago retrogusto new-age di Energy sfocia in un bell’attacco di batteria per un pezzo che, com’era facilmente intuibile dal titolo, ha come punto di forza la carica delle parti strumentali, specialmente nei ritornelli. Un buon appiglio che funge da trampolino di lancio all’unico inedito contenuto nel disco, Whiskey On The Route 666, brano scanzonato scritto dal gruppo durante l’ultimo tour in terra statunitense. Il risultato è un pezzo perfetto per guidare in autostrada, energico e accattivante; sebbene non brilli certo per l’originalità della sua costruzione, è un esempio di vero, esaltante, hard rock, con tutti gli assoli al punto giusto e una bella melodia ampia e piacevole.
Il ritmo scende un po’ all’avvio di Blood Sport; nonostante i riff siano orecchiabili, l’effetto complessivo non è interamente convincente, si ha l’impressione che la canzone si perda per strada facendosi trovare senza una struttura coerente. A stroncare ogni perplessità sul nascere, interviene salvifica Rain Revolution che, con la sua apertura martellante e le sue parti vocali intense, risulta piuttosto accattivante pur soffrendo di una certa tendenza alla ripetizione. The Gate è un brano più lento e posato, gradevole all’ascolto, che non raggiunge mai elevati livelli di coinvolgimento, caratteristica che si ripercuoterà per tutto l’album ogni qualvolta farà la sua apparizione un pezzo meno ritmato. Vero e proprio assalto sonoro quello offerto da Born To Kill, brano veloce e graffiante, una collaborazione di tutta la band per realizzare l’ariete preposto allo sfondamento dei timpani dell’ascoltatore. Nella sua semplicità, uno dei brani migliori del disco. Galvanizzati dall’ascolto precedente, ci accostiamo bendisposti a We Want R’n’R; com’è facilmente intuibile dal titolo, ci troviamo di fronte ad assoli totalizzanti e parti vocali aggressive. Giudicate pure il libro dalla copertina, in questo caso, non ci sono sorprese! In The Night è un altro pezzo meno tirato; non particolarmente ispirato fino alla parte strumentale centrale, dove sboccia in tutta la sua pienezza in un florilegio di chitarre e batteria. Se, fino ad adesso, i brani lenti sono stati i meno convincenti del disco, preparatevi a cambiare idea con End Of Time, epico nel suo incedere cupamente maestoso, davvero avvincente nel suo dipanarsi tra colpi secchi sui piatti e riff viscosi. L’allegra Only Your Dreams si sviluppa su una struttura abbastanza scolastica, ma riesce a entrare in testa in una maniera veramente subdola, dopo un paio di ascolti, vi troverete a canticchiarla per giorni e giorni. Fortunatamente, è piuttosto breve, la vostra produttività non ne risentirà troppo!
Gli anni ’80 non si sono allontanati troppo da Fight For The Power, una vera e propria iniezione di metallo d’annata, una cavalcata di un’intensità impressionante che lascia quasi spossati. Ci avviamo verso la chiusura in bellezza con Only For The Rain Crew, vero e proprio inno della band, esaltante dal vivo e in questa sua veste rimaneggiata. A suggellare il disco, la versione acustica di Rain Are Us; un po’ strascicata e fiacca, a mio avviso, probabilmente la prova meno riuscita di tutto l’album.
Arriva, infine, il momento di tirare le somme. XXX è un album più che discreto; sebbene alcune delle versioni rimaneggiate all’interno del disco siano meno coinvolgenti degli originali, è innegabile che siano tutte reinterpretazioni di ottimo livello. Un applauso ai Rain che hanno osato mettersi in gioco con un disco che non aggiunge probabilmente nulla alla loro discografia, ma mette in luce tutta la loro bravura e la loro carica musicale, segno che rimarranno in giro per parecchi anni ancora.
Un disco consigliato a tutti coloro che non li conoscono bene e vogliono scoprire un pezzo della storia musicale del nostro paese; per gli intenditori di lungo corso, l’acquisto è da ponderare: rispetto agli originali, i pezzi risultano molto più puliti e moderni. Se non è un problema, non esitate, altrimenti, aspettate il prossimo disco o il prossimo concerto!
Damiano “kewlar” Fiamin
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Tracce:
1.Energy
2.Whiskey On The Route 666
3.Blood Sport
4.Rain Revolution
5.The Gate
6.Born To Kill
7.We Want R’n’R
8.In The Night
9.End Of Time
10.Only Your Dreams
11.Fight For The Power
12.Only For The Rain Crew
13.Rain Are Us (Acoustic Version)
Formazione:
Massimiliano „Gran Visir“ Scarcia – Chitarra
Francesco „The Blondie“ Grandi – Voce
Gianni „Gino“ Zenari – Basso
Emilio „Dave“ Simeone – Batteria
Alessio „Amos“ Amorati – Chitarra