Recensione: Yours Sincerely, Sister Josephine

Di Simone Volponi - 22 Agosto 2017 - 19:53
Yours Sincerely, Sister Josephine
Band: Pagliacci
Etichetta:
Genere: Gothic 
Anno: 2017
Nazione:
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60

Ha scelto un nome quantomeno bizzarro il tastierista bulgaro Zhivko Koev (Vivaldi Metal Project, ex-Allegorist) per il suo progetto. A leggere il monicker Pagliacci può venire da sorridere, ma forse nell’ottica del mastermind c’è l’intenzione di trasmettere il senso teatrale ricercato nella musica proposta, che poi è l’elemento che conta davvero. Koev ha ideato una Metal Opera internazionale coinvolgendo diversi musicisti provenienti da tutto il mondo come: Mistheria (Bruce Dickinson, Rob Rock) al pianoforte e alle tastiere, Benjamin Lechuga (Delta, Lechuga) alla chitarra acustica, Julie Bélanger Roy (Märchenbilder, Gone in aprile) alla violetta, Georgy Latev (Ghost Warfare) alla chitarra e basso, e molti altri. Inoltre sono presenti quattro cantanti che si alternano a interpretare i vari personaggi della storia: Dimitar Naydev, Katerina Simeonova, Dimitar Belchev e Elitsa Stoyanova.

Yours Sincerely, Sister Josephine” è un EP di cinque tracce che introduce il mondo, la storia e alcuni dei personaggi presenti nel progetto di Pagliacci, e viene inteso come un ponte verso i loro prossimi album sulla lunga distanza, caratterizzati da personaggi ricorrenti che saranno collegati nel corso delle narrazioni. A livello di sonorità troviamo come punti di riferimento i Therion nell’utilizzo di sinfonie e voci operistiche, qualcosa della rock opera di Clive Nolan Caamora nella coralità generale, e molto gothic metal intrapreso come se la band si trovasse in un teatro. “Dear Brother Dominick” è funge da intro strumentale d’atmosfera tra chitarre acustiche, violini e parti recitate, dopodiché ci si inoltra nel concept con “Black Flowers”, composizione che si apre con un coro lirico che verrà poi ripetuto nel corso del pezzo, mentre il proscenio viene diviso dalla voce femminile protagonista che scambia strofe con la voce arcigna e simil growl di Zhivko Koev, che si produce nel refrain abbastanza classico e immediato. Una buona traccia, che però sfuma abbastanza repentinamente dando un senso dilettantistico alla proposta; d’accordo che L’EP è digitale, però si poteva curare meglio questa parte.
So Sane” è caratterizzata da un riff di scuola Christoffer Johansson (Therion appunto) doppiato dal violino, e sopraggiunge un tono più drammatico nell’interpretazione delle voci dove quella di Koev si ritaglia sempre il ruolo principe. L’impianto strumentale è ricco, c’è anche un bell’assolo di tastiera, e il songwriting pur non essendo chissà cosa riesce a catturare l’attenzione. “Wise Men And Lunatics” è un altra traccia buona, caratterizzata da un tappeto di pianoforte e violino che accompagna il duetto voce femminile e maschile, stavolta più gentile rispetto a quella di Koev, fino all’esplosione del chorus. Carino anche il finale a cappella, interrotto anch’esso fin troppo bruscamente… poteva essere una coda migliore al brano dedicandogli qualche istante in più.
Il finale arriva abbastanza in fretta con il singolo “Calling Melchizedek”, il pezzo più tetro del breve EP, con voce femminile soffusa, coro operistico e il vocione caratterizzante di Zhivko Koev, e nel mezzo troviamo suoni di tempesta e un lieve passaggio elettronico a circondare il recitato della protagonista. Anche questa è una traccia che si fa ascoltare pur non rivelando novità o un picco creativo eccelso.

Yours Sincerely, Sister Josephine” dei Pagliacci è dunque solo una breve introduzione al mondo che la band intende creare, ma dà una idea su cosa aspettarsi in futuro. Sinfonia, nemmeno troppo pomposa, una forte impronta gotica e teatrale e un impianto vocale abbastanza vario. Il livello delle cinque composizioni come detto è buono, si mantiene su uno standard sufficiente e piacevole, mentre era necessaria più cura nei finali, tagliati un po’ con la ghigliottina. Il concept è solo accennato e bisognerà capire cosa avverrà sulla lunga distanza, ma è già chiaro che ai Pagliacci piacciono le oscure storie ottocentesche alla Edgar Allan Poe, quindi la strada dovrebbe essere quella. Staremo a vedere…

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