Recensione: YS
Ecco finalmente, dopo mesi di ricerche, giungere tra le mie mani il primo lavoro del Balletto di bronzo, datato 1972.
Il gruppo ne inciderà un secondo l’anno seguente per poi cadere nell’anonimato tra altre centinaia di bands italiane più o meno simili.
L’impressione che comunque lascia un ascolto (molto attento) di questo YS, è che questo gruppo avrebbe potuto senza dubbio lottare ad armi pari tra i grandi della scena italiana perchè le potenzialità non mancavano di certo, basta il fatto di aver partorito un album così maturo e già così profondamente complesso pur trattandosi di un debutto primi anni ’70.
E’ quindi un album che fa storia a se stesso, dato che nella scena italiana è passato veloce come una meteora e che pochi hanno avuto il privilegio poter apprezzare.
Si tratta di un concept diviso in 5 tracce, delle quali la prima e l’ultima superano i dieci minuti. “Introduzione” nei suoi 13 minuti di durata dà un’idea chiara di quel che il gruppo può offrire: tastiere che intrecciano melodie complicatissime anche dopo molti ascolti, cori di voci femminili sparsi qua e là, una voce alta e potente assemblata a virtuosismi strumentali non facilmente riscontrabili in altri gruppi.
“Primo incontro” segue a ruota, composizione questa in cui il ritmo è molto più marcato e il batterista Gianchi Stringa mostra il suo lato più tecnico tessendo trame davvero fantasiose. Nel “Secondo incontro” si fa di nuovo notare la splendida voce di Gianni Leone, che apparterrà per qualche tempo ai partonopei Osanna, mentre nel “Terzo incontro” riappaiono i cori in una tipica struttura prog sempre però personalissima nei suoi contenuti.
In chiusura del disco, “Epilogo” fa conoscere una evidente variazione dei temi, grazie soprattutto alla parte centrale molto lenta lunga e lineare, introdotta comunque da una tipica parte alla Balletto di bronzo.
Nelle nuova edizione uscita da qualche anno, si trova la bonus track “La tua casa comoda” , che di certo non cambia il valore del cd in se per sè, ma può essere una curiosità a scopo collezionistico pur trattandosi di un brano abbastanza piatto e che nulla a che fare con le composizioni ufficiali di questo ottimo gruppo.