Recensione: Ziltoid The Omniscient
Dopo un album di Devin Townsend c’è sempre da chiedersi come sarà il
seguente: tanta è l’inventiva messa in campo costantemente dal canadese che
sembra quasi impossibile concepire qualcosa di ancora diverso, nuovo, di nuovo
folle e originale. Mettiamo brevemente in ordine il contesto: stiamo parlando di
un artista che, solo nella sua carriera solista, ha piazzato in sequenza il prog/swing/country
di Infinity, il concept acquatico di Ocean Machine – Biomech,
il pop/thrash (!) di Physicist, l’ambient psichedelico di Terria,
il prog futuristico di Accelerated Evolution e l’indefinibile mix
prog (ma misto a mille influenze) di Synchestra; e dobbiamo anche
contare due album di puro ambient strumentale, Devlab e The
Hummer!
È chiaro da quanto appena detto che la parola ‘progressivo’ è la
definizione più radicata nell’immaginario musicale del musicista, che no si fa
il minimo problema (e perchè mai dovrebbe?) ad inserire tutto quello che gli
pare nelle proprie composizioni, allo scopo di esprimere una creatività
esplosiva. In questo caso l’opera si fa persino più ambiziosa: Devin ha
infatti scelto di inscenare un vero e proprio concept album, una storia che
tanto ricorda le opere sci-fi degli anni ’50 e ’60, quelle un po’ ingenue ma
tanto affascinanti che per anni hanno riempito i nostri schermi notturni, con
repliche e strarepliche in bianco e nero.
Ecco quindi che nasce Ziltoid l’Onnisciente, padrone assoluto di un
universo che ha nel… caffè, preferibilmente nero e di primissima qualità, il
suo punto cardine: un fantoccione che ha deciso di comunicare con noi poveri
terrestri già da un po’, tramite canali come YouTube, e che ci impone di
presentare al conquistatore la nostra migliore miscela, per evitare la
distruzione completa. Va da sé che le cose si svolgeranno in modo leggermente
più complesso, obbligandoci a reagire al suo furioso attacco con orgorglio ed
eroismo…
La grandezza di Townsend sta soprattutto nella capacità di
intrecciare il complesso – per quanto demenziale – concept su strutture musicali
perfette per i singoli cambi d’atmosfera (letteralmente), con l’ira di Ziltoid
e la prova di forza delle armate terrestri, l’inseguimento tra venti solari (i Solar
Winds che costituiscono una delle migliori parentesi del disco), la
decisione dell’alieno caffeinomane di utilizzare il suo Planet Smasher
per punirci, fino all’epilogo che vi lascio scoprire autonomamente…
Ma la musica? Eh già, la musica è il motivo per cui si scrive qualcosa in
questo spazio virtuale: strano che passi quasi in secondo piano di fronte ad un
intreccio così assurdamente appassionante, ma è proprio così.
Fondamentalmente la miscela utilizzata da Townsend per questo suo caffè
cosmico è – di nuovo – una forma particolare di prog metal, comprendente però
influssi di ogni tipo: abbondano i richiami ai Judas Priest, con la sua voce,
che come già detto è tra le più versatili sul mercato musicale, che si
avvicina spesso a tale Rob Halford; ma non mancano, ed anzi sono
importantissime, le parti sognanti, quelle che sanno far viaggiare
l’immaginazione in quello scenario cartoon-spaziale che si è voluto
ricostruire. Ecco quindi che alla prova corale e inevitabilmente militaresca di By
Your Command e Ziltoidia Attaxx!!! fanno da contraltare Solar
Winds o il break di N9, dolci ed epiche.
Una prova che solo di fonte all’ineccepibile Synchestra sfigura
lievemente, risultando appena meno appassionante, ma che resta emblema di un
musicista da custodire attentamente: non per lodarlo inutilmente ogni volta, ma
perché reale unico detentore della capacità di interessare sempre.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. ZTO 01:17
2. By Your Command 08:10
3. Ziltoidia Attaxx! 03:43
4. Solar Winds 09:47
5. Hyperdrive 03:48
6. N9 05:31
7. Planet Smasher 05:45
8. Omnidimensional Creator 00:48
9. Color Your World 09:45
10. The Greys 04:15
11. Tall Latté 01:03