Recensione: Zodiac pt.1

Di Riccardo Angelini - 27 Marzo 2007 - 0:00
Zodiac pt.1
Band: Discanto
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

Progressive e sperimentazione: un binomio che per un largo tratto di storia della musica si è creduto inscindibile, ma che miriadi di band-clone nate e morte negli ultimi dodici-tredici anni hanno finito per spezzare. Progressive e sperimentazione: un binomio che i Discanto provano a ricomporre, tentando di percorrere da soli vie inesplorate. “Zodiac pt. 1” si propone dunque come il capitolo iniziale di un’opera ambiziosa, un concept album ispirato alle dodici costellazioni, un album coraggioso e, lasciatemi dire, finalmente fuori dagli schemi.

Forte di due demo alle spalle e, soprattutto, di una line-up collaudata e stabile da dodici anni, la band milanese rinuncia dunque in modo definitivo agli stereotipi del genere e offre una propria singolare interpretazione dello spirito prog. La tracklist di “Zodiac pt. 1” va a ripercorrere le tappe di un lungo viaggio stellare, che da “Hamal” – l’astro più luminoso nella costellazione dell’Ariete –  conduce fino alla sesta casa, quella della Vergine, e alla successiva outro “Cosmos”. Su tedici tracce i brani veri e propri, contraddistinti da titoli corrispondenti ai segni zodiacali, sono separati da intermezzi più o meno brevi, nei quali fa a tratti capolino il parlato narrativo (e qui bisogna osservare che la recitazione della peraltro brava vocalist Alessia Corrao non è proprio ai livelli del cantato).
Dal punto di vista dei contenuti musicali, un ponte lungo e sottile mantiene la band collegata a sonorità heavy-prog, stabilendo in Fates Warning, Ayreon e Threshold vecchia maniera i principali punti di contatto. Su questa struttura di base si vanno poi a innestare le vere e proprie innovazioni. Un riffing robusto e penetrante viene infatti continuamente avvolto da abbondanti fasci elettronici, che poco a poco si incuneano anche nel cuore sezione ritmica. Le melodie sono a loro volta attraversate da avvolgenti folate new age e trip hop, che arrivano addirittura a prendere il sopravvento nel corso degli intermezzi semistrumentali, fino a spazzare via ogni impronta sonora che possa ricondurre i pezzi alla tradizione rock/metal. Sulle prime l’effetto è senza dubbio spiazzante – nella stessa traccia si possono trovare richiami a Savatage, Vangelis e Massive Attack – e probabilmente per molti la reazione iniziale sarà di amore o odio, senza vie di mezzo. Sotto questo aspetto l’unico possibile termine di paragone – e anche questo parecchio stiracchiato –sembrano gli O.S.I. dell’ultimo disco, rispetto ai quali tuttavia i Discanto si collocano su binari decisamente meno industriali, ponendo maggiore attenzione sulla creazione di atmosfere siderali ed evanescenti.

Non si può gridare “geniale!” ogni volta che ci si imbatte in un disco insolito, certamente, tuttavia nemmeno ci si può astenere dall’applaudire la voglia di cambiare, di rischiare, di fare le cose a modo proprio che anima i Discanto. Al di là delle logiche di valutazione numerica, ogni amante del prog – quello autentico, quello che sperimenta, osa, progredisce – avrà ragione di dedicare almeno un ascolto all’esordio di questa band. Potrà non fare per lui, ma almeno – su questo non c’è dubbio – non si ritroverà a riporre il CD nella custodia con uno sconsolato “già sentito”.

Riccardo Angelini

Tracklist:
1. Genesi – Hamal
2. ARIES
3. Aldebaran
4. TAURUS
5. Sun
6. GEMINI
7. Idra
8. CANCER
9. Ursa Major
10. LEO
11. Boote
12. VIRGO
13. Cosmos

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